Checco Zalone torna al cinema: “‘Sole a catinelle’ non è un film trash”
Checco Zalone si appresta a sbarcare al cinema con il suo terzo film, "Sole a Catinelle", diretto da Gennaro Nunziante, e non può evitare di misurarsi con i confronti strabilianti delle prime due pellicole di cui è stato protagonista. Film dagli incassi straordinari, al di sopra di ogni aspettativa (con il secondo "Che Bella Giornata", ha registrato il migliore incasso di sempre al botteghino con 45 milioni di euro), che non possono evitare di ritorcersi contro di lui, provocando un'aspettativa da parte del pubblico e degli addetti ai lavori che lo mette leggermente in ansia. Proprio ieri, in un'intervista a Malcom Pagani per Il Fatto Quotidiano, parlava di quest'ansia da prestazione: "Temo un flop da 20 milioni di euro".
Ma Luca Medici, in arte Checco Zalone, non è al giorno d'oggi solo uno strumento cui affiancare una calcolatrice. La questione che si pone è infatti di tipo strettamente culturale: una certa parte dell'opinione pubblica lo accusa di essere trash, ai limiti dell'opportunismo, ritenendolo il simbolo di come non fare commedia oggi. E' una definizione che sta un po' stretta a Zalone, il quale tuttavia risponde con ironia: "Se adesso vado in tv e dico mezza parola c’è il commentatore di turno, il Bernardini della situazione che parte con la fenomenologia di Zalone. È un dazio che devo pagare. Il mio primo detrattore del vostro giornale, Andrea Scanzi, mi ha fatto male. Ma non lo condanno. Chiaro che se gli viene un attacco di peritonite acuta e resta a letto per un mese, non posso che essere contento".
Mentre non ci sta il regista, Gennaro Nunziante, che ci tiene a sottolineare l'assoluta mancanza di volgarità nella comicità di Zalone: "Noi non abbiamo mai fatto film ‘trash' e non c'è' nulla di volgare in Checco. Per noi la volgarità è tutto ciò che è goffo fare tutto ciò che è scontato come il triangolo lei-lui-l'amante o cose del genere". Intanto Zalone esalta la sua esperienza personale, che l'ha indubbiamente condotto verso una determinata strada nella stesura della sceneggiatura del film, in cui interpreta proprio un papà italiano, della peggiore stirpe probabilmente, reduce dall'ultimo ventennio disgraziato per il nostro paese, senza una lira, ma non per questo buono. Anzi, distrugge la dicotomia classica tra il buono e il cattivo, visto che il suo personaggio squattrinato è peggio dei facoltosi: "Non avevamo intenti ideologici, volevamo solo rappresentare una situazione presa dalla realtà".
Che Zalone sarà capace di superare il suo record precedente non è dato sapersi. Quello che si sa, con una certa sicumera, è che "Sole a Catinelle" è sulla bocca di tutti, per questo già un successo. Lo dimostra anche il numero di visualizzazione del solo trailer sul web.