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Colin Firth, 55 anni di fascino inglese e talento da Oscar

Colin Firth è, senza alcun dubbio, uno dei più talentuosi e affascinanti attori in circolazione. Camaleontico e magnetico, ha già all’attivo ben 51 film e in bacheca un meritatissimo Oscar per la sua performance in “Il discorso del re” di Tom Hooper. E pensare che oggi compie solo 55 anni.
A cura di Ciro Brandi
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E’, senza dubbio, uno degli attori più talentuosi e carismatici in circolazione. Colin Firth, classe 1960, ha una lunga gavetta sulle tavole dei teatri inglesi, che l’ha aiutato e forgiato e lo ha portato ad essere uno dei pilastri del cinema contemporaneo. 51 pellicole all’attivo, 17 partecipazioni tra serie e film tv, 1 Oscar e altri svariati premi che non potremmo mai elencare. Alcuni dei suoi più grandi successi sono “Il diario di Bridget Jones”, il profondo e straordinario “A Single Man”, il musical “Mamma Mia!”, “Orgoglio e Pregiudizio” e il meraviglioso “Il discorso del re”, per il quale portò a casa l’Academy Award.

L’infanzia in Nigeria, la gavetta a teatro e i primi film

La sua vita sembra un film. Nato a Grayshott, da Shirley Jean e David Norman Lewis Firth, entrambi professori universitari cresciuti in India, Firth ha trascorso la sua infanzia in Nigeria, proprio per il lavoro del padre. Solo quando aveva 11 anni si trasferisce con i suoi in Missouri, precisamente a St. Louis, ma è un periodo che l’attore non ricorda con piacere. Tornato a Londra, inizierà suoi studi al Drama Centre London,  asscondando la sua passione per la recitazione. All’inizio lavorò anche come guardarobiere al National Theatre. Firth prende parte a tante rappresentazioni teatrali, soprattutto di opere shakespeariane, e viene invitato ad entrare nella compagnia del West End di Londra. Proprio lì, nel 1983, metterà in scena “Another Coutry”, la famosa pièce di Julian Mitchell, dove interpreta il ruolo di Tommy Judd, migliore amico del protagonista Guy Burgess (Rupert Everett), spia britannica al servizio dell’Unione Sovietica. Il regista Marek Kanievska decide di portare la pièce sul grande schermo, nel 1984, con gli stessi protagonisti, Firth e Everett, e la pellicola “Another Country – La scelta”, parteciperà in concorso anche al 37° Festival di Venezia. Nello stesso periodo lavora anche nelle serie tv “Crown Court”, “Dutch Girls” e “Lost Empires”. Dopo aver girato “Nineteen Nineteen”(1985) di Hugh Brody, “Un mese in campagna”(1987) per la regia di Pat O’ Connor, nel 1989 è la volta di “Valmont”, di Milos Forman, e sul set conosce la bella Meg Tilly, dalla quale avrà il suo primo figlio Will, nel 1990. Firth, in questo periodo, con i colleghi Gary Oldman, Tim Roth, Bruce Payne e Paul McGann, forma il “Brit Pack”, attori formidabili di origine britannica sulla cresta dell’onda.

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I grandi successi degli anni ‘90

Gli anni Novanta si aprono con “Le ali del successo” di Otakar Votocek, al quale seguono “Femme datale” di Andre R. Guttfreund e “Amiche” di  Pat O’Connor. Nel 1995 gira “Orgoglio e Pregiudizio”, adattamento per la televisione del capolavoro di Jane Austen, nei panni di Mr Darcy, che gli regala una nomination ai BAFTA. Nello stesso anno gira anche “Il paziente inglese”, di Anthony Minghella, vincitore di 9 Oscar, nel quale interpreta il ruolo di Geoffrey Clifton. Nel 1997 sposa la produttrice e regista italiana Livia Giuggioli, dalla quale ha avuto due figli, Luca e Matteo. Nel 1998 è sul set di “Shakespeare in Love” di John Madden nel ruol di Lord Wessex. Il grande pubblico inizia a conoscerlo proprio grazie a queste grandi produzioni e a pellicole come “Il diario di Bridget Jones”(2001), “L’importanza di chiamarsi Ernesto”(2002) per la regia di Oliver Parker, “La ragazza con l’orecchino di perla”(2003) di Peter Webber e la commedia sentimentale “Love Actually – L’amore per davvero”(2003) diretta da Richard Curtis. Dopo aver girato il sequel “Che pasticcio, Bridget Jones!”(2004) e il musical “Mamma Mia”, nel 2008, la sua stella è ormai più brillante che mai e l’anno successivo Tom Ford lo vuole come protagonista della sua pellicola di debutto, “A Single Man”, basata sul romanzo di Christopher Isherwood, “Un uomo solo”, presentato in concorso al Festival di Venezia, dove Firth vince la Coppa Volpi per la sua magistrale interpretazione di George, un professore universitario in lotta contro la solitudine che lo assale dopo la morte del suo compagno. Pe ril ruolo riceve anche una nomination agli Oscar e ai Golden Globe.

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L’Oscar per “Il discorso del re” e i film degli anni Duemila

L’Oscar arriva nel 2011 grazie al bellissimo “Il discorso del re”, di Tom Hooper, ispirato alla storia vera dei problemi di balbuzie di re Giorgo VI e del suo percorso curativo con il logopedista Lionel Logue. In seguito girerà “La talpa”(2011) di Tomas Alfredson, “Il mondo di Arthur Newman”(2012) di Dante Ariola, la commedia “Gambit – Una truffa a regola d’arte”(2012) di Michael Hoffman, il thriller “Devil’s Knot – Fino a prova contraria”(2013) di Atom Egoyan e “Magic in the Moonlight”(2014) di Woody Allen. Sempre nel 2014 gira il thriller “Before i Go To Sleep”, accanto a Nicole Kidman , mentre il 25 febbraio scorso lo abbiamo visto nei panni di Harry Hart/Galahad nell’action-comedy “Kingsman – Secret Service” ‘adattamento cinematografico della miniserie a fumetti “The Secret Service” di Mark Millar, diretto da Matthew Vaughn.

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