Contagion, la recensione
Dopo mesi di pubblicità, trailer, poster, intrerviste agli attori, la pellicola di Steven Soderbergh è arrivata nelle sale italiane. Il regista è noto per il suo realismo, talvolta eccessivo, ma anche per la sua bravura nel raccontare storie di personaggi normali, alle prese con i problemi quotidiani, nonché nel rendere tangibile le sensazioni che questi provano.
In “Contagion” le storie dei protagonisti scorrono parallelamente, proprio come in uno dei suoi film di maggior successo, “Traffic”. Tutti sono accomunati dal virus letale che sta divorando il mondo.
Il film inizia con la vicenda di Beth Emhoff (Gwyneth Paltrow) la quale fa scalo a Chicago per prendere un volo che la riporterà a casa, ad Hong Kong. Due giorni dopo la donna muore. Lo sguardo del regista si sposta in altre città del mondo – Tokyo, Chicago, Londra – dove altre persone hanno gli stessi strani sintomi (tosse, convulsioni, febbre altissima). I ricercatori del Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie lavorano per capire cosa diavolo stia succedendo, mentre il blogger Alan Krumwiede (Jude Law) diffonde ansia e paranoie affermando che le popolazioni di tutto il mondo non stanno ricevendo le informazioni corrette su quello che sta accadendo.
E’ qui che Soderbergh si distingue da altro film dello stesso genere. Il realismo è indiscutibile, le epidemie degli ultimi anni lo dimostrano, la situazione potrebbe sfuggire di mano anche ai migliori ricercatori del mondo. L’unico difetto del film, oltre ad usare un plot troppo usurato dal cinema, è quello di essere inutilmente crudo in alcune scene. Detto questo, il resto della pellicola scorre rapidamente tra paure, ansie, saccheggi, dimostrando che il mondo sta andando verso l’apocalisse ma senza bisogno di asteroidi, bombardamenti nucleari o alieni con cattive intenzioni. In un contesto simile la gente normale si dibatte per restare in vita, segno che le preoccupazioni che ci affliggono quotidiananente non sono nulla rispetto ai veri drammi che si potrebbero verificare in un futuro neanche troppo lontano
Il finale è un pò “strano” e potrebbe far distorcere il naso ai cinefili che hanno atteso il film così a lungo, ma il cast fatto solo di stelle farà sicuramente gonfiare ancora di più le tasche di Soderbergh.
Voto: 6 ½