Favolacce, Hammamet, Le sorelle Macaluso, Miss Marx e Volevo nascondermi concorrono ai David di Donatello 2021 per il miglior film. Damiano e Fabio D'Innocenzo, Gianni Amelio, Emma Dante, Susanna Nicchiarelli e Giorgio Diritti per la categoria miglior regista. Kim Rossi Stuart, Valerio Mastandrea, Pierfrancesco Favino, Renato Pozzetto ed Elio Germano per la categoria miglior attore. Vittoria Puccini, Paola Cortellesi, Micaela Ramazzotti, Sophia Loren e Alba Rorhwacher per la categoria migliore attrice. Qui tutte le nomination dell'edizione 2021.
Partiamo da nomi e cognomi, prodotti e volti del nostro cinema sacrificati nell'anno della pandemia. Ce ne saranno tanti altri, per categorie diverse e necessarie, vanto tricolore di un mestiere che puntualmente valica i confini e si fa sentire anche nei concorsi oltreoceano. Ci sarà Laura Pausini infatti, che canterà il brano Io sì, arrivato alla notte degli Oscar di Los Angeles.
Ci saranno maestranze e addetti ai lavori, si respirerà l'odore delle sale chiuse e dei salotti affollati, con tutta l'emozione di queste timide riaperture, che sicuramente rappresenteranno uno scenario diverso per i film in cartellone nelle prossime stagioni. Pellicole destinate allo streaming che hanno fatto in tempo a invertire il senso di marcia verso la distribuzione in sala. Senza fretta, solo da settembre in poi i migliori saranno sul mercato, probabilmente con Nanni Moretti apripista.
I David 2021 sono qualcosa di più di un evento televisivo e qualcosa di diverso del semplice evento di cinema con il quale siamo abituati a classificarli. Significheranno ritrovarsi in presenza, rinunciare per una sera al second screen e riabbracciare, con le dovute precauzioni, almeno il valore esperienziale dell'intervento pubblico. Lo si può fare adesso perché l'Italia (quasi) tutta veste di giallo ed è nelle condizioni di accogliere un piano in sicurezza senza collegamenti zoom, reti ballerine o abbigliamenti casual. Per il cinema e in nome del cinema, l'occasione perfetta per riaccendere le luci sul mercato e puntare l'occhio di bue sui lavoratori dello spettacolo. Una speranza concreta per chi ha aspettato in coda agli ingressi delle poche sale ripartite lo scorso 27 aprile con la voglia di sostenere la cultura di questo Paese, non solo di sbloccare finalmente questa forzata inappetenza cinefila.