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“Dirty Dancing – Balli proibiti” usciva 30 anni fa, ecco perché è un cult immortale

Il film di Emile Ardolino usciva, in Italia, il 13 novembre 1987 e a 30 anni di distanza continua a far sognare milioni di fan in tutto il mondo. Ma quali sono le ragioni di un successo che hanno reso la pellicola un cult immortale che vedremo con piacere anche tra 100 anni?
A cura di Ciro Brandi
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"Dirty Dancing – Balli proibiti", diretto da Emile Ardolino, usciva in Italia il 13 novembre del 1987 e a 30 anni di distanza, continua a far sognare milioni di cinefili romantici in tutto il mondo. La storia è ambientata nell’estate del 1963, periodo in cui la famiglia Houseman decide di andare in vacanza in un villaggio turistico delle Catskill Mountains. La figlia 17enne Frances "Baby" Houseman (Jennifer Grey), ragazza semplice, colta e con alte ambizioni, conosce ed è travolta dal fascino di Johnny Castle (Patrick Swayze) che, con Penny Johnson (Cynthia Rhodes), lavora come maestro di ballo. Nel frattempo Penny scopre di essere incinta e Baby sarà costretta a sostituirla in un numero speciale di mambo. Per un furto da lui non commesso, Johnny sarà allontanato dalla struttura, fino al ritorno nella scena finale che resterà per sempre nei nostri cuori. Partendo da un budget di 6 milioni di dollari, il film è riuscito ad incassarne, globalmente, 213.954.274 dollari ma perché non ci stancheremo mai di vederlo anche tra 100 anni?

La storia d’amore apparentemente impossibile

Senza dubbio, la ragione principale per cui tutti sono attratti da “Dirty Dancing” è la storia d’amore apparentemente impossibile tra i due protagonisti principali. Emile Ardolino ha scelto una trama molto semplice, quasi da favola disneyana, dove il bellissimo e desideratissimo maestro di ballo Johnny (Swayze) s’innamora perdutamente del brutto anatroccolo Francis/Baby (Grey), colta e dai sani principi, andando contro tutto e tutti. L’uomo decide di cambiare totalmente vita per lei, abbattendo così qualsiasi tipo di barriera e ostacolo, dando vita ad un lieto fine indimenticabile. L’effetto immedesimazione è servito e il sogno di una storia come quella di Johnny e Baby è una costante imprescindibile.

L’inossidabile colonna sonora

Il sogno d’amore è incorniciato anzi, è praticamente “saldato” alla straordinaria colonna sonora. Naturalmente, se ci chiedessero a bruciapelo quale canzone ci ricordiamo del film, la risposta sarebbe “(I've Had) The Time of My Life”, di Bill Medley e Jennifer Warnes, che chiude la pellicola e che ha portato a casa 2 Oscar. Il film, però, è pieno di brani straordinari, pescati a dall’immenso e fantastico repertorio degli anni ’60, a cominciare da “Be My Baby”, di The Ronettes e “Will You Love Me Tomorrow” delle Shirelles. Altri pezzi cult – da ricollegare mentalmente alle scene più belle di “Dirty Daning” sono “Hungry Eyes”, di Eric Carmen; “Stay”, di Maurice Williams And The Zodiacs; “Hey! Baby”, cantata da Bruce Channel e “In The Still of The Night”, di The Five Satins. E’ impossibile non citare la commovente “She’s Like the Wind”, scritta (con Stacy Widelitz) ed eseguita dall’indimenticabile Patrick Swayze, con la partecipazione di Wendy Fraser come controvoce femminile. Da recuperare e ascoltare all’infinito.

I temi collaterali: l’aborto, la rivalsa e la caduta dei pregiudizi

La regista è stata bravissima ad inserire tra la storia d’amore, i balli erotici, le canzoni, alcune tematiche collaterali importantissime e che non sono passate assolutamente inosservate. Prima tra tutte, quella dell’aborto. Infatti,  quando uno dei personaggi principali, Penny Johnson (Cynthia Rhodes), la bionda e longilinea ballerina che si esibisce con Johnny scopre di essere rimasta incinta del cameriere Robbie (Max Cantor) e di abortire clandestinamente, rischiando la vita, viene salvata dal padre di Baby (Jerry Orbach). Attraverso la sua storia, la Ardolino riesce a darci un fugace ma chiaro quadro di quanto fosse all’epoca (1963, quindi molto prima della rivoluzione sessuale del 1968), una pratica non solo illegale, ma anche una  invasiva e fisicamente distruttiva. La storia d’amore tra Johnny e Baby, invece, anche se vista principalmente come una mera favoletta a lieto fine, è in realtà, qualcosa di molto più profondo. Il loro trionfo rappresenta un totale scardinamento di beceri e stantii pregiudizi fisici, morali e sociali e la rivalsa di entrambi i personaggi principali, con la conseguente “caduta” di tutti i “cattivi” del film, in primis quella del cameriere Robbie e degli Schumacher, la coppia di ladri anziani che la faceva sempre franca facendo ricadere la colpa proprio su Johnny.

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