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E’ morto Ray Harryhausen, re degli effetti speciali e della stop-motion

Il maestro si è spento dopo una lunga carriera dedita alla creazione di personaggi fantastici e mostruosi da inserire in film girati con attori in carne e ossa. Indimenticabile la battaglia con gli scheletri ne “Gli Argonauti 2”.
A cura di Ciro Brandi
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Si è spento alla veneranda età di 92 anni Ray Harryhausen, mitico creatore di effetti speciali e maestro assoluto della stop-motion, tecnica con la quale ha inserito le sue creature fantastiche e mostruose all’interno di film girati con attori in carne e ossa. Amatissimo da registi come Sam Raimi, Tim Burton e John Landis, Harryhausen è nato a Los Angeles nel 1920 e a soli 13 anni fu affascinato dal “King Kong” di Willis O’Brien, del 1933, realizzato appunto in stop-motion (o animazione a passo uno). Qualche anno dopo realizzò un progetto proprio con questa tecnica, che mostrava due dinosauri in lotta e incredibilmente fu assunto presso la Paramount, iniziando a lavorare ad alcuni cortometraggi. Durante la guerra fece parte della Army Motion Picture Unit, e grazie a questo incarico entrò in possesso di migliaia di metri di pellicola, che utilizzò per realizzare una serie di cortometraggi con protagonista una Mamma Oca. In seguito passò a lavorare con la Warner per il suo primo film importante, “Il re dell'Africa” del 1949, e quattro anni dopo  ci fu “Il risveglio del dinosauro”. Fu in questi due film che Harryhausen utilizzò per la prima volta lo split-screen, una tecnica che in seguito avrebbe chiamato Dynamation, che gli permetteva di dare l’impressione che le sue miniature stessero interagendo direttamente con gli attori.

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Durante i primi anni ’50 passò alla Columbia e iniziò a collaborare con Charles H. Schneer. Il loro primo film fu “Il mostro dei mari” (1955), che aveva come protagonista un polpo gigante, seguito da “La Terra contro i Dischi Volanti” (1956).  Il suo film di maggior richiamo è del 1960, il famoso “I viaggi di Gulliver” mentre tre anni dopo realizzò il suo vero capolavoro, “Gli argonauti 2” ("Jason and the Argonauts"), che presenta una lunga e sorprendente battaglia tra gli attori e un gruppo di scheletri.  In seguito collaborò con la Hammer, realizzando i dinosauri per “Un milione di anni fa” (1966) e quindi con la Warner per un altro film di dinosauri, "La vendetta dei Gwangi" (1969), che era in realtà un suo progetto personale che stava cercando di realizzare da diversi anni. Nel 1981 lavorò per l'ultima volta con delle miniature animate a passo uno, nel film “Scontro di titani”. Nella sua lunga carriera ha collezionato tanti premi, è stato anche attore (“Beverly Hills Cop III”, “Spie come noi”, di John Landis) e ha ottenuto anche una stella sul Walk of Fame, ma non ha mai vinto l’Oscar. Speriamo proprio che l’Academy ci pensi e glielo dia postumo.

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