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Frankenstein jr., il cult comico di Mel Brooks

In onda stasera su Sky Mania Frankenstein jr., il capolavoro di Mel Brooks considerato tra i fil più amati di ogni epoca.
A cura di Emanuele Rauco
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Bellissima immagine a colori di Frankenstein jr

Probabilmente l’abbiamo visto decine e decine di volte, conosciamo le battute e le scene a memoria ma non ci stanchiamo di recitarle con gli amici; e ovviamente non ci stanchiamo di vederlo. E allora siamo pronti stasera a gustarcelo un’altra volta, alle 21 su Sky Mania (canale 312 di Sky). Ma se fosse la prima volta vi accenniamo la trama: Frederick Frankenstein, nipote che rinnega il famigerato nonno, riceve dallo stesso un castello in dono. Ma la scienza e il delirio di onnipotenza lo porteranno a ripetere gli esperimenti dell’avo: con risultati tragicomici.

Dalla trama non sembra, ma il film scritto dal regista Mel Brooks e dal protagonista Gene Wilder è una delle più esilaranti e micidiali parodie della storia del cinema (assieme al Rocky Horror Picture Show che festeggia i 35 anni di mito), che deve il successo e l’altissimo numero di risate proprio all’eleganza e alla cultura con cui si riprende e si distorce i classici di James Whale (Frankenstein – che poi sarà la base anche di Frankenweenie di Tim Burton – e La moglie di Frankenstein, ma anche La casa di Frankenstein, da cui viene il poliziotto dal braccio di legno). Il meccanismo è semplice e collaudato: usare le scene più importanti e celebri e distorcerle comicamente, senza dimenticarsi di aggiungere tocchi folli dal proprio sacco.

E allora ecco Frau Blucher far nitrire i cavalli col solo nome, la gobba di Igor spostarsi da un lato all’altro della schiena, Gene Hackman (Oscar per Gli spietati di Clint Eastwood) straordinario eremita cieco. E i giochi di parole di Marty Feldman, come “Lupo ululà, castello ululì”. Tutto amalgamato da Brooks con un’eleganza formale e una cura che acuiscono il senso comico di ogni scena che, potenza del cinema, sa essere anche una storia appassionante e persino – a suo modo – commovente. Indimenticabile: Wilder e Feldman nel ruolo della vita, 2 nominations agli Oscar (sceneggiatura non originale e suono) e ai Globes (Cloris Leachman alias Frau Blucher e miglior commedia), una sequela ininterrotta di momenti da ricordare. E persino una morale da seguire: “Potrebbe andare peggio. Potrebbe piovere”. O meglio: "Si può fare!"

Emanuele Rauco

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