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Fratelli d’Italia: tre ragazzi, tre storie d’integrazione. Nei cinema

Esce nelle sale il documentario di Claudio Giovannesi, ambientato a Ostia e dedicato a tre ragazzi stranieri e alle loro difficoltà quotidiane.
A cura di Alessio Gradogna
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Fratelli d'Italia, tre storie d'integrazione, nei cinema

Dopo Sotto il Celio Azzurro, uscito nei cinema italiani lo scorso weekend, un altro documentario italiano arriva nelle sale, tra l'altro con alcuni punti in comune con il lavoro di Winspeare. Parliamo di Fratelli d'Italia, diretto da Claudio Giovannesi, e parzialmente tratto da un suo precedente mediometraggio intitolato Welcome to Bucarest. Anche in questo caso abbiamo a che fare con un'ambientazione romana (Ostia), e con temi legati profondamente al mondo dell'immigrazione, e alla difficile integrazione dei ragazzi in una società “altra” rispetto alla loro terra d'origine.

Qui però i protagonisti non sono i bambini, bensì tre adolescenti, di provenienza etnica differente. Alin, ragazzo rumeno che vive in Italia da quattro anni, ha problemi con compagni di scuola e insegnanti, e cerca valvole di sfogo con cui esternare il suo disagio. Masha, ragazza bielorussia con un tremendo passato alla spalle, adottata da una famiglia italiana, e invischiata nelle beghe burocratiche tipicamente nostrane che le impediscono di andare a trovare il fratello Ilya. Nader, di origini egiziane, integrato nell'ambiente ma portatore di un carattere ribelle che gli crea non pochi problemi.

Giovannesi segue con trasporto le vicende parallele dei tre ragazzi, cercando di raccontare le loro storie e al contempo di inserirsi silenziosamente nella loro quotidianità, per raccogliere confessioni, particolari, parole e pensieri utili a descrivere il mondo in cui vivono e le difficoltà che li angustiano. Ci sono ovviamente dei punti in comune con il bellissimo Entre les Murs di Cantet (Palma d'oro al Festival di Cannes, la cui edizione 2010 sta per partire, con l'Italia rappresentata da Daniele Luchetti in concorso, ma anche da Sabina Guzzanti fuori concorso con il suo Draquila, e Giovanna Mezzogiorno e Alberto Barbera in giuria), anche se qui la macchina da presa esce dai confini scolastici per inoltrarsi anche nelle vie romane, e cogliere segni che siano capaci di farci riflettere su tematiche sempre valide e attuali.

Alessio Gradogna

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