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I 35 anni di Silvio Muccino, il fratello d’arte che ha trovato la sua strada nel cinema

Fratello minore di Gabriele, Silvio Muccino – 35 anni il 14 aprile – ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo del cinema nel 1999, con “Come te nessuno mai”, inanellando un successo dopo l’altro. Nel 2008 ha esordito alla regia con “Parlami d’amore”, uscendo dall’ombra del fratello e trovando la sua strada, non senza difficoltà.
A cura di Ciro Brandi
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Il 14 aprile, Silvio Muccino, fratello d’arte del noto Gabriele, compie 35 anni. L’attore ha iniziato a lavorare nel mondo del cinema nel 1999, in “Come te nessuno mai”, diretto dal fratello, imponendosi subito all’attenzione della critica e del pubblico. Da quel momento, comincia a costruire il suo sentiero fatto di personaggi profondi e, talvolta, tormentati in “Ricordati di me”, “Che ne sarà di noi” e divertendo nelle commedie “Manuale d’amore” e “Il mio miglior nemico”, per poi viaggiare da solo, esordendo da regista con il film “Parlami d’amore”, nel 2008. Negli ultimi anni, purtroppo, i rapporti col fratello sono degenerati, ma la sua passione per il cinema è cresciuta e maturata.

L’esordio in “Come te nessuno mai”

Muccino è nato a Roma, da padre dirigente RAI e da madre pittrice. Dopo il diploma al Liceo Mamiani, si iscrive alla Facoltà di Lettere all’Università La Sapienza, ma il richiamo del cinema è molto più forte e, così, già nel 1999, entra nel cast di “Come te nessuno mai”, del fratello Gabriele, scrivendo con lui anche la sceneggiatura. La pellicola è nominata ai Nastri D’Argento per il Miglior soggetto e il giovane Muccino porta a casa il Premio Speciale come Attore rivelazione. Due anni dopo, è sul set del blockbuster “L’ultimo bacio” e compare anche in “Un delitto impossibile”, diretto da Antonello Grimaldi e in “CQ”, di Roman Coppola.

“Ricordati di me”, i film da regista e la lite col fratello Gabriele

Nel 2003, è la volta di “Ricordati di me”, dove Muccino è nei panni di Paolo Ristuccia, figlio di Laura Morante e Fabrizio Bentivoglio ed affianca Elio Germano in “Che ne sarà di noi”, di Giovanni Veronesi. L’anno dopo, Dario Argento lo vuole per “Il cartaio” mentre Veronesi lo richiama per la commedia “Manuale d’amore”(2005). Il suo talento convince anche Carlo Verdone, che lo vuole nell’esilarante “Il mio miglior nemico”(2006). Nel 2008, Silvio Muccino fa il suo esordio alla regia con “Parlami d’amore”, tratto dal suo omonimo romanzo, scritto con la sceneggiatrice Carla Evangelista. La pellicola ha un ottimo successo al botteghino e viene nominata a 6 David di Donatello, 4 Nastri d’Argento e 4 Ciak d’Oro, portando a casa il David Giovani e il Nastro per la Migliore fotografia. L’esperienza si ripete nel 2010 con il film “Un altro mondo”, tratto ancora dal romanzo di Carla Evangelista, ma stavolta il botteghino non lo premia. Nello stesso anno, la crisi col fratello inizia a diventare pubblica, quando Gabriele inizia ad attaccarlo su Twitter, accusandolo di aver rotto i ponti con lui e con i genitori, lanciando anche frecciate contro la stessa Evangelista. Silvio non risponde subito e si lancia nell’ultima prova da regista e interprete, la pellicola “Le leggi del desiderio”(2015), ma anche in questo caso, il film si è rivelato un flop dal punto di vista del box office, incassando poco più di 60 mila euro. Nell’aprile del 2016, l’attore decide di rispondere a Gabriele (che intanto si era scusato con Carla Evangelista con una lunga lettera), da Fabio Fazio, accusandolo di essere stato violento con la moglie e che, per il suo bene, ha deciso di mentire ai giudici. Ancora oggi, tra i due, non c’è mai stato un vero chiarimento.

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