I 45 anni di Winona Ryder: da “Beetlejuice” alla serie cult “Stranger Things”
Grandi occhi da cerbiatta, fascino da eterna ragazza acqua e sapone e un curriculum che fa impallidire le più grandi dive di Hollywood. Winona Ryder, 45 anni il 29 ottobre, di strada ne ha fatta tantissima, collezionando pellicole di successo come “Beetlejuice – Spiritello porcello”, “Edward mani di forbice”, “Sirene”, “L’età dell’innocenza”, “Piccole donne”, “Ragazze interrotte”, fino a “Il cigno nero”. Dopo anni tormentati e alquanto irrequieti, la diva è tornata alla ribalta grazie alla serie, ormai già cult, di Netflix, “Stranger Things”, dove l’attrice interpreta il ruolo di Joyce Byers, mamma del 12enne scomparso Will Byers e di suo fratello Jonathan.
I problemi dell’adolescenza e il successo di “Beetlejuice – Spiritello porcello”
L’attrice è nata a Winona, nel Minnesota, cittadina da cui ha preso il nome di battesimo, che, originariamente è Winona Laura Horowitz. La diva è figlia, infatti di Michael e Cindy Horowitz, hippies dalle origini rumene coi quali la Ryder ha girato parecchi stati, assieme al fratellino Yuri. Quando era adolescente, purtroppo, è stata ogetto di scherno da parte dei suoi compagni di scuola per il suo aspetto androgino e per il suo modo di vestire mascolino. Ciò la costringe a lasciare gli studi alla Petaluma Kenilworth Jr. High School e finire gli studi con un insegnante privato. Nel 1983, i genitori la iscrivono all’American Conservatory Theather, di San Francisco, assecondando la sua passione per la recitazione e le grandi dive del passato. Il primo lavoro per il grande schermo è un piccolo ruolo nella commedia “Lucas”(1986), di David Seltzer, con Charlie Sheen. In seguito, il suo manager sceglie come cognome d’arte quello di Ryder, in omaggio al rocker Mitch Ryder e l’attrice gira il suo primo film di successo, “Beetlejuice – Spiritello porcello”(1988), di Tim Burton, nei panni della ragazzina ossessionata dalla morte, Lydia Deetz. Il ruolo le regala una popolarità enorme e la lancia verso la Hollywood che conta.
“Edward mani di forbice”, “Dracula di Bram Stoker” e “L’età dell’innocenza”
Nel 1989, è la protagonista di “Schegge di follia”, di Michael Lehmann, con Shannen Doherty e Christian Slater, ma è l’anno dopo, con il cult “Edward mani di forbice”, diretto sempre da Tim Burton, e interpretato da Johnny Depp, che la Ryder si afferma nel firmamento cinematografico, grazie al ruolo di Kim Boggs, ma i media sono puntati su di lei anche per la relazione che l’attrice intreccia col bel Depp. Nello stesso anno, gira anche “Sirene”, per la regia di Richard Benjamin e viene nominata al Golden Globe per la Migliore attrice non protagonista, per il ruolo di Charlotte Flax. Gli anni ’90 sono per la Ryder il periodo di massimo fulgore sul fronte lavorativo. Infatti, nel 1992, Francis Ford Coppola la vuole per il ruolo di Mina Murray Harker/Elisabeta in “Dracula di Bram Stoker”, con Gary Oldman, che riesce a portare a casa ben 3 Oscar e una caterva di altri premi. Nel 1993, riceve la nomination agli Oscar come Migliore attrice non protagonista per il ruolo di May Welland in “L’età dell’innocenza”, diretto da Martin Scorsese.
“Piccole donne” e l’arresto per furto
In quel periodo la storia con Johnny Depp giunge al capolinea e la diva attraversa un brutto periodo di depressione e dipendenza da alcol. Nel 1994, però, ritrova l’amore grazie a David Pirner, leader dei Soul Asylum e riprende a lavorare con la commedia “Giovani, carini e disoccupati”, di Ben Stiller e con il bellissimo “Piccole donne”(1995), di Gillian Armstrong, in cui interpreta il ruolo della protagonista Jo March, che le vale una nomination agli Oscar. Nel 1997, la Ryder gira “Alien – La clonazione”, di Jean-Pierre Jeunet, poi il dimenticabile “Celebrity”(1998) di Woody Allen e il meraviglioso “Ragazze interrotte”(1999), di James Mangold, dove recita accanto ad una Angelina Jolie da Oscar. Il 2000 si apre con la pellicola strappalacrime “Autumn in New York”, con Richard Gere, ma l’anno dopo, nel 2001, inizia un vero e proprio incubo. La Ryder viene arrestata per aver rubato della merce in un centro commerciale di Beverely Hills e viene condannata a 3 anni con la condizionale, a pagare una multa di 4 mila dollari, a 480 ore di volontariato e, in più, dovrà sottoporsi a una serie di visite psichiatriche per capire l’origine della cleptomania.
La rinascita, la serie cult “Stranger Things” e “Beetlejuice 2”
Dopo film di scarso rilievo come “Mr. Deeds”(2002), di Stevne Brill; “S1M0ne”(2002), di Andrew Niccol e “Ingannevole è il cuore più di ogni cosa”(2004), per la regia di Asia Argento, la diva si prende un po’ di pausa, per tornare nel 2006 con “A Scanner Darkly – Suicidi accidentali per menti poco evolute”, di Richard Linklater, ma ormai i fasti di un tempo sembrano svaniti nel nulla. La Ryder tornerà in carreggiata solo nel 2009, con “Star Trek”, diretto da J.J. Abrams, il quale le offre il ruolo di Amanda Grayson, rilanciandola alla grande. Da quel momento, infatti, l’attrice sarà nel cast di “Stay Cool”(2009), di Michael Polish; del pluripremiato “Il cigno nero”(2010), per la regia di Darren Aronofsky; “Il dilemma”(2011), di Ron Howard; “Homefront”(2013) di Gary Fleder e “Experimenter”(2015), di Michael Almereyda. Sempre nel 2015, ha preso parte alla serie tv “Show Me a Hero”, diretta da Paul Haggis e, quest’anno, la stiamo ammirando nella serie, già cult, “Stranger Things”, ideata da Matt e Ross Duffer. La serie, ambientata negli anni ’80, a Hawkins, una piccola (e fittizia) cittadina dell'Indiana, è incentrata sugli eventi legati alla misteriosa sparizione di Will Byers (Noah Schnapp), figlio di Joyce (Winona Ryder) e all'apparizione di una ragazza (denominata “11”, come il numero che porta tatuato sul braccio) dotata di poteri telecinetici, fuggita da un laboratorio segreto. Progetti in cantiere per il futuro? Beh, i fan non vedono l’ora di vedere “Beetlejuice 2”, attualmente in fase di lavorazione.