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I 55 anni di Isabella Ferrari nei suoi 5 film più belli

Talentuosa, sensuale, carismatica e con un curriculum fatto di ben 46 pellicole e decine di serie tv. Isabella Ferrari compie 55 anni il 31 marzo e il primo ruolo che l’ha fatta conoscere al grande pubblico è stato quello di Selvaggia in “Sapore di mare”, di Carlo Vanzina. Da quel momento, non si è più fermata ed è diventata una delle attrici più importanti del panorama cinematografico italiano. Ecco, allora, 5 suoi film che non potete non aver visto.
A cura di Ciro Brandi
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E’ una delle attrici più talentuose, sensuali e carismatiche del panorama cinematografico italiano e il 31 marzo compie 55 anni. Isabella Ferrari è diventata nota grazie al ruolo di Selvaggia di “Sapore di mare”, di Carlo Vanzina, già nel 1983 quando aveva solo 19 anni e da allora non si è più fermata. L’attrice è arrivata a girare circa 46 pellicole tra cui ci sono “Willy Signori e vengo da lontano”, “Saturno contro”, “Caos calmo”, “Un giorno perfetto” fino al pluripremiato “La grande bellezza”, di Paolo Sorrentino. Per la tv ha girato decine di serie tra cui spiccano “Distretto di polizia” e “Una grande famiglia”. Per festeggiare il suo compleanno, ecco 5 suoi film che non potete non aver visto.

“Sapore di mare”(1983), di Carlo Vanzina

Nel film cult di Carlo Vanzina, ambientato del 1964, Isabella Ferrari è la bellissima Selvaggia, innamorata dell’intellettuale (e un po’ imbranato) Gianni (Gianni Ansaldi) che, però, fa il filo alla più matura Adriana (Virna Lisi). Il regista raccontando la storia di tantissimi altri personaggi, tra cui Paolo (Angelo Cannavacciuolo) e Marina (Marina Suma), fratello e sorella napoletani in vacanza in Versilia con i loro sgangherati genitori che, proprio nella rinomata località balneare, faranno amicizia con Luca (Jerry Calà) e Felicino (Christian De Sica), fratelli ricchi e snob della Milano bene. L’estate scorrerà tra bravate, amori, avventure, sogni e qualche addio, ma per loro sarà indimenticabile. Oltre al cast, il film è passato alla storia per la colonna sonora piena di brani fenomenali tra cui “Abbronzatissima”, di Edoardo Vianello; “Il cielo in un stanza”, cantata da Mina; “Senza fine”, di Ornella Vanoni; “Una carezza in un pugno”, di Adriano Celentano, “Perdono” di Caterina Caselli fino alla meravigliosa “Celeste nostalgia”, di Riccardo Cocciante che incornicia il flash forward finale che sposta la narrazione di 20 anni in avanti, uno dei momenti più commoventi dell’intera pellicola. Un trampolino di lancio per la Ferrari che, infatti, da allora non si è più fermata.

“Willy Signori e vengo da lontano”(1989), di Francesco Nuti

Nel film, Francesco Nuti è Willy Signori, un giornalista che sta per sposarsi e che ha un fratello costretto sulla sedia a rotelle. La sua vita è tranquilla, forse un tantino monotona, fino a quando è coinvolto in un incidente in cui muore un giovane. Lucia (Isabella Ferrari), la ragazza dell’uomo morto, aspetta un bambino e Willy inizia a farsene carico e a prendersene cura, trascurando la propria fidanzata. Divertente, profondo e scritto molto bene (dal regista con Giovanni Veronesi e Ugo Chiti), incorniciato dalle musiche di Giovanni Nuti (fratello del regista), il film regalò la nomination ai Nastri d’Argento come Miglior attrice protagonista a Isabella Ferrari.

“Romanzo di un giovane povero”(1995), di Ettore Scola

Nel bellissimo film del maestro Ettore Scola viene raccontata la triste storia di Vincenzo (Rolando Ravello), un laureato che da anni è disoccupato e frustrato. Nel suo stesso palazzo, vive l’anziano Signor Bartoloni (Alberto Sordi) che vuole sbarazzarsi della moglie Karline (Aida Billarelli). Approfittando dello stato depressivo di Vincenzo, l’anziano gli offre 30 milioni di vecchie lire per uccidere la consorte. Intanto, il giovane riesce a trovare lavoro e a riprendere i contatti con la fidanzata Andreina (Isabella Ferrari), che non ha mai smesso di stargli vicino nonostante la sua impenetrabilità. Un giorno, però, Karline viene trovata morta e i sospetti ricadono proprio su Vincenzo che dovrà fare di tutto per dimostrare la sua innocenza. La pellicola fu presentata al Festival di Venezia dove la Ferrari fu premiata con la Coppa Volpi come Migliore attrice non protagonista mentre Alberto Sordi vinse la Grolla d’oro. Se non l’aveste ancora visto, allora è ora di recuperarlo perché tra sceneggiatura, cast e musiche (di Armando Trovajoli), “Romanzo di un giovane povero” è un piccolo gioiellino di un grande del nostro cinema.

“Un giorno perfetto”(2008), di Ferzan Ozpetek

Nel film di Ozpetek, basato sul romanzo di Melania Gaia Mazzucco, Isabella Ferrari è Emma, una donna che dopo aver lasciato il marito Antonio (Valerio Mastandrea), torna a casa dalla mamma con i suoi due figli. L’uomo resta nella loro casa e non si vuole rassegnare alla separazione. Nella palazzina dove abitavano tutti assieme si sentono degli spari e, a quel punto, il regista con un flashback di 24 ore ricostruisce la loro travagliata e tragica storia assieme a quelle di altri personaggi che ruotano attorno a loro in una Roma pieni di tradimenti e rancore. Per la sua interpretazione, l’attrice ha portato  a casa il Premio Pasinetti al Festival di Venezia ed è stata nominata anche ai Nastri d’argento.

“E la chiamano estate”(2012), di Paolo Franchi

Nel film di Paolo Franchi, i protagonisti sono Dino e Anna, due quarantenni che si amano tantissimo anche senza fare sesso. Dino è un uomo dalla personalità molto complessa: la morte suicida di Gianni, suo unico fratello, e l’abbandono da parte della madre, lo hanno profondamente segnato nell’anima e questo suo malessere trova sfogo in rapporti compulsivi con prostitute. La sua ossessione lo porta anche a cercare gli ex fidanzati di Anna per sapere come fosse stato il loro rapporto, fino a chiedere a loro di tornare con lei. Anna, d’altra parte, non è assolutamente in grado di trovare una soluzione, non sa e non vuole mettere fine a questo tormentato rapporto d’amore e preferisce viverlo così, pur di averlo accanto a sé. Crudo, complesso, coraggioso, il film spaccò pubblico e critica ma affascina e magnetizza la nostra attenzione dall’inizio alla fine. La pellicola vinse il premio alla Miglior regia al Festival Internazionale di Roma dove la Ferrari portò a casa anche il premio come Migliore interpretazione femminile.

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