I 55 anni di Nicolas Cage nei suoi 7 migliori film
81 film in 37 anni di carriera e un Oscar come Miglior attore protagonista in bacheca. Nicolas Cage, nipote del mitico Francis Ford Coppola, compie 55 anni il 7 gennaio e può essere già considerato, a pieno titolo, uno dei divi più amati e prolifici di Hollywood. Tra i titoli più noti della sua sterminata filmografia, iniziata nel 1982 con “Fuori di testa”, di Amy Heckerling, ci sono “Omicidi in diretta”, “City of Angels – La città degli angeli”, “The Family Man” ma è grazie a “Via da Las Vegas”(1995), diretto da Mike Figgis, che riuscì a portare a casa l’ambito Oscar. Per festeggiare alla grande il suo compleanno, ecco allora 7 dei suoi migliori film da rivedere all’infinito.
“Arizona Junior”(1987), di Joel e Ethan Coen
32 anni fa, i fratelli Coen dirigevano Nicolas Cage in questa spassosissima commedia in cui l’attore è nei panni del delinquente H.I. McDunnough che finisce per innamorarsi della poliziotta Edwina “Ed” (Holly Hunter) mente lei gli scatta le foto segnaletiche. I due finiranno per sposarsi ma non possono avere figli, così decidono di rapire uno dei 5 gemelli di un ricco venditore di mobili, Nathan Arizona (Trey Wilson). Due loro amici, evasi da poco, si accorgono di quello che hanno fatto e, realizzando che quel bimbo potrebbe essere una macchina da soldi, ne succederanno veramente di tutti i colori. I Coen, alla loro opera seconda, già dimostravano di saperci fare, costruendo un meccanismo surreale, grottesco e iper divertente, in cui i giovanissimi e folli protagonisti sono perfettamente inseriti. “Arizona Junior” è una di quelle commedie che non ci stancheremo mai di vedere neanche tra altri 50 anni.
“Cuore selvaggio”(1990), di David Lynch
David Lynch portò a casa la Palma d’Oro al Festival di Cannes raccontando la storia di Sailor Ripley (Cage) e Lula Pace Fortune (Laura Dern) sono amanti ma l’uomo dovrà andare in carcere per aver commesso un omicidio per legittima difesa. Una volta uscito, i due fuggono in California, violando la libertà vigilata. Arrivati in Texas, e con Lula incinta, Sailor decide di partecipare ad una rapina per racimolare qualche soldo, ma il suo “socio” Bobby Peru (Willem Dafoe) viene ucciso e Sailor torna in carcere e la prospettiva di rivedere Lula e suo figlio si fa sempre più lontana. Lynch, partendo dall’omonimo romanzo di Barry Gifford, gira un road movie intenso, delirante e ricco di passione, che mescola quindi vari generi in una spirale che tiene incollati allo schermo dall’inizio alla fine, spalleggiando la coppia di protagonisti. Straordinarie la fotografai di Frederick Elmes e le musiche di Angelo Badalamenti. Recuperatelo.
“Via da Las Vegas”(1995), di Mike Figgis
Ben Sanderon è uno sceneggiatore fallito che ha perso veramente tutto e si è rifugiato nell’alcol. Un giorno, decide di andare a Las Vegas per mettere fine alla sua esistenza, ma lì conosce Sara (Elisabeth Shue), una prostituta più disperata di lui, e se ne innamora, anche se i loro destini sembrano, ormai, già segnati. La pellicola di Figgis è tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore John O’Brien, che si suicidò un anno prima dell’uscita del film. Per la performance nei panni di Ben Sanderson, Cage riuscì a portare a casa il Golden Globe e l’Oscar al Miglior attore protagonista e una valanga di altri premi.
“City of Angels – La città degli angeli”(1998), di Brad Silberling
Il film di Silberling è un remake de “Il cielo sopra Berlino” (1987), di Wim Wenders e racconta la storia di Seth (Nicolas Cage), un angelo inquieto in servizio a Los Angeles. Un giorno, incontra la dottoressa Maggie Rice (Meg Ryan), sconvolta dopo la tragica morte di un suo paziente. Seth si trova all’ospedale proprio per assistere l'uomo nel mondo del trapasso, ma sente una forte attrazione per quella dolce dottoressa e, per aiutarla e stare con lei deciderà di diventare umano e perdere, quindi, i suoi “poteri celesti”. Purtroppo, stavolta il destino non sarà dalla parte dei due innamorati. La pellicola è una manna dal cielo per gli inguaribili romantici, una giostra di sentimenti che fa riflettere sui concetti di amore puro, sacrificio e destino e, anche se a volte manca il lieto fine, le emozioni restano intatte.
“Omicidio in diretta”(1998), di Brian De Palma
Il grande Brian De Palma è il regista di questo thriller che racconta la storia di Rick Santoro (Cage), detective di Atlantic City e del comandante Kevin Dunne (Gary Sinise) che dovranno indagare sull’omicidio del Ministro della Difesa, avvenuto in diretta durante un incontro di pugilato a cui hanno assistito più di 14 mila persone. Rick teme che il Ministro sia stato vittima di una cospirazione e a confermare la sua tesi ci pensa Julia Costello (Carla Gugino). Partendo dal mozzafiato piano sequenza iniziale, De Palma costruisce un thriller al cardiopalma, potendo contare su un Nicolas Cage assolutamente a suo agio e su altri tre pilastri come David Koepp allo script, Stephen H. Burum alla fotografia e Ryuichi Sakamoto alle musiche. Quante volte lo avrete visto senza mai cambiare canale?
“The Family Man”(2000), di Brett Ratner
Jack Campbell sembra avere tutto. E’ un uomo d’affari di successo di Wall Street e le donne gli cadono letteralmente ai piedi. 13 anni prima, Jack aveva lasciato Londra e la sua fidanzata Kate (Tea Leoni) dicendole che sarebbe tornato dopo un anno, ma in realtà si sono persi di vista. Quando l’angelo Cash (Don Cheadle) ci metterà il suo zampino, l’uomo si risveglierà nel letto con Kate, in una casa con i loro figli, vivendo quindi la vita che poteva avere se fosse tornato a casa dopo quel fatidico anno. Omaggio al grande cult “La vita è meravigliosa” di Frank Capra, la commedia sentimentale di Brett Ratner è diventata uno degli appuntamenti irrinunciabili del Natale perché commovente, divertente e aperta a molteplici interpretazioni. Un piccolo gioiellino che colpisce al cuore.
“Joe”(2013), di David Gordon Green
Joe Ransom (Nicolas Cage) è un ex detenuto alcolizzato e con una vita che fa acqua da tutte le parti. La sua attività consiste nell’avvelenare gli alberi più deboli per rendere più facile l’abbattimento da parte dei boscaioli. Un giorno, incontra il 15enne Gary (Tye Sheridan) e per allontanarlo dal padre violento e alcolizzato, lo assume come suo collaboratore. La situazione precipita quando Wade (Gary Poulter), il padre di Gary, irrompe in casa e gli ruba i soldi. A quel punto, Joe deciderà di passare all’azione. David Gordon Green adatta per il grande schermo l’omonimo romanzo di Larry Brown, uscito nel 1991, e Cage è sensazionale nei panni del protagonista, rude, segnato, ma con un grande senso di solidarietà che, nell’aiutare Gary, forse cerca la sua redenzione. Menzione speciale per la fenomenale sceneggiatura di Gary Hawkins e per la fotografia di Tim Orr.