33 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

I 60 anni di Rupert Everett, il divo inglese con Oscar Wilde e William Shakespeare nel DNA

Negli anni ’80 e ’90 è stato uno dei sex symbol più amati e ammirato e il 29 maggio compie 60 anni. Rupert Everett ha girato 43 pellicole, tra cui “Il matrimonio del mio migliore amico”, “Shakespeare in Love”, “Un marito ideale”, “Stardust” e, nel 2018, ha realizzato il sogno di diventare regista con il bellissimo “The Happy Prince – L’ultimo ritratto di Oscar Wilde”. Per festeggiare alla grande, in cantiere ha già altri 4 film.
A cura di Ciro Brandi
33 CONDIVISIONI
Immagine

E’ stato uno dei più amati sex symbol degli anni ’80 e ’90 e il 29 maggio compie 60 anni. Rupert Everett ha girato ben 43 pellicole, tra cui spiccano titoli come “Il matrimonio del mio migliore amico”, “Shakespeare in Love”, “Un marito ideale”, “Stardust” e, nel 2018, ha realizzato il suo sogno di diventare regista portando nelle sale il bellissimo “The Happy Prince – L'ultimo ritratto di Oscar Wilde”. Per festeggiare alla grande, in cantiere ha già altri 4 film.

Gli studi alla Royal Shakespeare Company

L’attore è nato a Norwich, nell’Anglia Orientale. Figlio di Anthony Michael Everett, Maggiore dell’Esercito Britannico e di Sara MacLean, figlia del Vice Ammiraglio Hector Charles Donald MacLean. Dopo aver frequentato la Farleigh Scholl e il college benedettino Ampleforth, a 15 anni Everett va a studiare alla Central School of Speech and Drama di Londra, da cui però fu espulso per aver litigato con alcuni professori. Senza perdersi d’animo, studia per due anni alla Royal Shakespeare Company ed entra nella compagnia teatrale del Glasgow Citizen’s Theater. Intanto, inizia a lavorare anche come modello a Milano.

Le prime serie tv e il film “Another Country”

Nel 1982 inizia la sua carriera in televisione nelle serie tv “Strangers”, “Play for Today” e “L’ora di Agatha Christie” mentre al cinema esordisce ne “Il bugiardo innamorato”(1984), diretto da Francis Megahy. Il primo film da protagonista, e che gli regala una certa notorietà, è il bellissimo “Another Country – La scelta”(1984), di Marek Kanievska, tratto dall’omonima opera teatrale di cui era stato protagonista con Colin Firth, suo grande amico. In seguito, girerà “Ballando con uno sconosciuto”(1985), di Mike Newell; “Duet for One”(1986), per la regia di Andrej Končalovskij e sarà anche in Italia per i film “Cronaca di una morte annunciata”(1987), diretto dal grande Francesco Rosi e “Gli occhiali d’oro”(1987), di Giuliano Montaldo.

Il successo de “Il matrimonio del mio migliore amico”

Dopo “Tolérance”(1989), di Pierre-Henry Salfati e “Cortesie per gli ospiti”(1990), del fenomenale Paul Schrader, torna in Italia per lavorare con Michele Soavi che lo dirige in “Dellamorte Dellamore”, tratto dall’omonimo romanzo di Tiziano Sclavi e vincitore di un David di Donatello alla Migliore scenografia. Nel 1994, Robert Altman lo inserisce nel ricchissimo cast di “Prêt-à-Porter”, accanto a Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Kim Basinger, Rossy De Palma, Julia Roberts e Forest Whitaker. Nel 1997, Everett viene travolto dal grandissimo successo mondiale del film “Il matrimonio del mio migliore amico”, di P.J. Hogan, dove recita accanto a Julia Roberts e Cameron Diaz. La pellicola gli regala una nomination ai BAFTA e ai Golden Globe come Miglior attore non protagonista e il plauso della critica specializzata.

Da “Shakespeare in Love” a “L’importanza di chiamarsi Ernesto”

In “Shakespeare in Love”(1998), di John Madden, vincitore di 7 premi Oscar, Everett è un affascinate Christopher Marlowe e, sull’onda di questo straordinario successo, gira anche “Un marito ideale”(1999), di Oliver Parker e tratta dall’omonima commedia di Oscar Wilde, e “Sogno di una notte di mezza estate”(1999) per la regia di Michael Hoffman, adattamento per il grande schermo delle celeberrima commedia di Shakespeare. In seguito, lo vedremo in film molto più disimpegnati come “Inspector Gadget”(1999), di David Kellogg; “Sai che c’è di nuovo”(2000), girato accanto alla sua amica Madonna e “South Kensigton”(2001), di Carlo Vanzina. Oscar Wilde è nel suo DNA e Oliver Parker lo vuole per il ruolo di Algy Moncrieff ne “L'importanza di chiamarsi Ernesto”, accanto a Colin Firth.

I grandi film degli anni Duemila

Alcuni film molto interessanti con Everett, girati all’inizio degli anni Duemila, sono la commedia “Insieme per caso”(2002), di P.J. Hogan; lo storico “Uccidere il re”(2003), diretto da Mike Barker fino al fantasy ad alto budget “Stardust”(2007), di Matthew Vaughn, con Charlie Cox, Michelle Pfeiffer e Robert De Niro. Per la tv, invece, gira il film “Sherlock Holmes ed il caso della calza di seta”(2004) e compare in qualche episodio delle serie tv “Boston Legal”(2005) e “Tikhiy Don”(2006). Oliver Parker e Barnaby Thompson lo riporteranno al cinema con le commedie “St. Trinian's”(2007) e il sequel “St.Trinian's 2 – La leggenda del tesoro segreto”(2009).

“Hysteria”, la regia di “The Happy Prince” e i 4 film in cantiere

Tanya Wexler gli affida il ruolo di Lord Edmund St. John-Smythe nel bellissimo “Hysteria”(2011) mentre in lo vedremo in un episodio della serie cult “Black Mirror”(2011) e nelle mini serie “L’altra moglie”(2012) e “Parade’s End”(2012). Nel 2016, è John Lamont nel fantasy di Tim Burton “Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali” ed è nel cast di “Altamira”, film storico sulla vita e gli eventi di Marcelino Sanz de Sautuola, l'uomo che scoprì le antiche pitture sulla volta della Grotta di Altamira, in Spagna. Sempre nel 2016, gira la serie tv “The Musketeers”, dove veste i panni di Philippe Feron mentre nel 2018 esordisce alla regia del bellissimo “The Happy Prince – L'ultimo ritratto di Oscar Wilde”, incentrato sulla vita del celebre poeta e saggista irlandese, interpretato sempre da Everett, che ha voluto con lui gli amici Colin Firth e Emily Watson. Quest’anno, lo abbiamo ammirato nella mini serie tv “Il nome della rosa”, dove ha il ruolo di Bernardo Gui, inquisitore dell'ordine domenicano. In cantiere ha già altri 4 film: “Warning”, di Agata Alexander; “Muse”, diretto da Candida Brady; “Creation Stories”, per la regia di Nick Moran e “Judy”, di David Skynner.

33 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views