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I 70 anni di Carlo Verdone: l’erede di Alberto Sordi e Sergio Leone che sembra non invecchiare mai

È l’erede simbolico di Alberto Sordi e Sergio Leone, lui che eredi veri non ne ha, anche oggi che compie 70 anni. Carlo Verdone è uno dei protagonisti del cinema italiano che nell’immaginario collettivo sembra non invecchiare mai, grazie a una carriera prolifica, a una presenza che è un riferimento nella vita pubblica del nostro Paese.
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Carlo Verdone è uno di quelli che, nell’immaginario di noi spettatori e addetti ai lavori, non invecchia mai. Fateci caso mentre leggete che oggi è il suo compleanno e di anni ne compie ben 70. Un anniversario particolare per l’attore romano che ancora aspetta di sapere quando la sua ultima fatica, “Si vive una volta sola”, possa andare al cinema. Anche su questo, come in tutta la sua carriera, l’attore si comporta con disciplina e con saggezza: “Uscirà quando uscirà, la gente deve vederlo al cinema”. Perentorio, serio, rispettoso prima verso il pubblico, poi verso se stesso.

Carlo Verdone, l'artista che non ha eredi

È così che ha vissuto, lui che è considerato l’erede di Alberto Sordi e di Sergio Leone, pur non avendo mai vissuto nella loro ombra. Simbolo di una romanità che non c’è più, non è un mistero il fatto che non ci sia un suo erede nel mondo dello spettacolo e mai ci sarà. Il cinema italiano gli ha dato molto, lui lo ha ripagato con personaggi che hanno fatto la storia del nostro paese: Enzo, Mimmo, Ivano, Furio, Ruggero. Sono ventisette in tutto i film da regista, attore e sceneggiatore – in un periodo compreso dal 1979 al 2019 – più undici in cui figura solo come attore. Citiamo i film cult più commerciali come “In viaggio con papà” diretto da Alberto Sordi, la trilogia di Giovanni Veronesi “Manuale d’amore” fino a togliersi lo sfizio di sfondare in un ruolo più drammatico, ma comunque nelle sue corde di uomo dolcissimo, disperato e nevrotico: parliamo del Romano disegnato per lui da Paolo Sorrentino e Umberto Contarello per “La grande bellezza”. E poi i premi: nove David di Donatello, otto Nastri d’Argento, tre Globi d’Oro. Un predestinato.

Gli anni '80: il grande successo

Carlo Verdone nasce a Roma il 17 novembre del 1950. Suo padre è Mario Verdone, critico cinematografico e docente universitario scomparso nel 2009. Grazie a lui, Carlo Verdone incontra i più bravi: Michelangelo Antonioni, Vittorio De Sica, Roberto Rossellini. Dopo il liceo classico, consegue il diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia laureandosi con una tesi sul cinema muto. Con lui, si laureano anche il fratello Luca – regista di “7 chili in 7 giorni” – e la sorella Silvia, che diventerà la moglie di Christian De Sica. I primi personaggi li sperimenta e li fa esordire in “Non stop”, trasmissione televisiva del 1978 che lancerà i principali artisti del trentennio successivo, compreso Massimo Troisi, con il quale nasce una sincera amicizia. Lavorerà come assistente alla regia con Franco Zeffirelli e Bernardo Bertolucci e inizierà un sodalizio con Sergio Leone che lo porterà all’esordio sul grande schermo come regista di “Un sacco bello”. È l’inizio di una brillante carriera in un decennio fortunatissimo per l’attore romano: dopo “Un sacco bello” arrivano “Bianco, rosso e Verdone”, Borotalco”, “Acqua e Sapone” – inarrivabili per stile e scrittura – poi “I due carabinieri”, “Troppo forte”, “Io e mia sorella”, “Compagni di scuola”, “Il bambino e il poliziotto”.

Gli anni '90: i premi e il boom al botteghino

“Stasera a casa di Alice” con Sergio Castellitto e Ornella Muti aprono gli anni ’90 e, due anni più tardi, Carlo Verdone farà il botto in coppia con Margherita Buy nel film “Maledetto il giorno che t’ho incontrato”. Boom di premi per il film: 5 David di Donatello, 2 Globi d’Oro, 1 Ciak d’Oro e il Premio Flaiano alla Buy come miglior interprete. Nel 1994 con “Perdiamoci di vista” indaga il mondo della tv del dolore, ben prima del boom della strumentalizzazione mediatica delle vicende personali: nel film è Gepy Fuxas, conduttore di “Terrazza Italiana” che nel giorno in cui ospita Arianna (Asia Argento), ragazza sulla sedia a rotelle, la sua vita cambia completamente. Il maggiore successo commerciale degli anni ’90 è però “Viaggi di Nozze” in cui ripesca nel mondo dei suoi personaggi recitando al fianco di Claudia Gerini e Veronica Pivetti. Gli anni ’90 si chiudono con tre film che non convincono al botteghino come i precedenti: “Sono pazzo di Iris Blond” (1996), “Gallo Cedrone” (1998) e “C’era un cinese in coma” (2000).

Dal 2000 a oggi: La grande bellezza

Gli anni 2000 riprendono con “Ma che colpa abbiamo noi” (2003) e “L’amore è eterno finché dura” (2004). Dal 2005 è nel cast di “Manuale d’amore” di Giovanni Veronesi con cui sarà protagonista anche in “Manuale d’amore 2 – Capitoli successivi” e “Manuale d’amore 3”. Nel 2006 è con Silvio Muccino in “Il mio miglior nemico” e nel 2008 riporta i suoi personaggi con “Grande, grosso e…Verdone”. Nel 2012 dirige Pierfrancesco Favino, Marco Giallini e Micaela Ramazzotti per “Posti in piedi in paradiso” e nel 2013 arriva “La grande bellezza”, il ruolo che lo incorona in un film che ha fatto la storia, vincendo l’Oscar al miglior film in lingua straniera. “Sotto una buona stella”, nel 2014, è il suo più grande successo al botteghino degli anni ’10-’20 con Paola Cortellesi. Nel 2016 è accanto ad Antonio Albanese nel film “L’abbiamo fatta grossa”. Nel 2018 è con Ilenia Pastorelli nel film "Benedetta Follia".

La vita privata

Grande tifoso della Roma, Carlo Verdone è un appassionato di medicina. Come è noto, riceve spesso richieste di consigli da amici per risolvere piccoli problemi di salute. Nel marzo 2007 gli è stato conferito un particolare riconoscimento dall'Università degli Studi di Napoli Federico II, una targa che riporta una frase del Giuramento di Ippocrate: "In qualsiasi casa entrerò, io vi andrò come sollievo per i malati". È stato sposato dal 1980 al 1996 con Gianna Scarpelli, ha avuto due figli: Giulia e Paolo.

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