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I 90 anni di Silvana Pampanini, da Miss Italia ai fasti del grande cinema internazionale

Il 25 settembre 1925 nasceva una delle prime stelle del nostro cinema, dalla bellezza quasi ultraterrena, proclamata Miss Italia a fuoror di popolo – ex aequo con la vera vincitrice – nel 1946. Da allora, Silvana Pampanini ha ammaliato i più grandi attori e registi del cinema italiano e internazionale, diventando un’icona della bellezza e del talento italiani nel mondo.
A cura di Ciro Brandi
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E’ una delle ultime grandi dive italiane viventi. Silvana Pampanini, classe 1925, è sempre stata apprezzata per la sua spontaneità ed eleganza, per la bellezza conturbante e quasi ultraterrena, per il talento naturale dimostrato in circa 65 film, collezionati nella sua lunga carriera, partita nel 1946 e sviluppatasi, con enorme successo, soprattutto tra gli anni ’40 e 50’, qualche anno prima dell’esplosione di altre grandi dive del calibro di Gina Lollobrigida e Sophia Loren. La Pampanini ha lavorato con i più grandi attori e registi dell’epoca, regalandoci film indimenticabili come “O.K. Nerone”, “Quo Vadis”, “Bellezze in bicicletta”, “Il Gaucho” e tantissime altre perle della nostra cinematografia ed è stata la prima vera diva italiana ad essere diventata nota anche all’estero, anche se non ha mai ricevuto premi importanti.

Miss Italia a furor di popolo

La Pampanini nasce a Roma, il 25 settembre 1925, da famiglia veneta, nipote della famosa cantante d’opera Rosetta Pampanini, dopo il diploma magistrale frequenta il conservatorio musicale di Santa Cecilia. Fu proprio la sua maestra di canto ad iscriverla al concorso di Miss Italia del 1946, che si teneva  a Stresa. Quell’anno, ad aggiudicarsi la fascia di più bella d’Italia fu Rossana Martina, ma le proteste del pubblico fecero si che fosse assegnata la vittoria ex aequo anche alla Pampanini. Da allora, il mondo del cinema le spalancò le porte e l’attrice girò, soprattutto, film a tema musicale, diventando una presenza costante anche sui settimanali dell’epoca. Suo padre, capo-tipografo del quotidiano di Roma “Momento sera”, non era d’accordo, all’inizio riguardo la scelta della figlia di fare l’attrice, ma quando vide che Silvana era contenta solo quando poteva esprimere se stessa sul set, allora lasciò addirittura il suo lavoro per diventare il suo agente.

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I grandi film degli anni ’40 e ‘50

L’esordio al cinema arriva proprio nel 1946, con il film “L’apocalisse”, di Giuseppe Maria Scotese, seguito da “Il segreto di Don Giovanni”(1947) e “Arrivederci papà!”(1947) di Camillo Mastrocinque, “Il barone Carlo Mazza”(1948) per la regia di Guido Brignone, “Lo sparviero del Nilo”(1949), di Giacomo Gentilomo e “I pompieri di Viggiù”(1949), diretto da Mario Mattioli, che la lanciò anche all’estero. In molti film, la Pampanini si esibisce anche nel canto e grazie al suo talento e alla sua bellezza ammaliò personaggi celeberrimi come  Totò, Peppino De Filippo, Alberto Sordi, Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni, Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Raf Vallone, Ugo Tognazzi, con i quali ebbe modo di lavorare più volte. Nel 1950 gira “Bellezze in bicicletta” di Carlo Campogalliani e, l’anno successivo il cult “O.K. Nerone”, per la regia di Mario Soldati, con Carlo Camparini e Walter Chiari, primo successo internazionale della Pampanini. Altri grandissimi successi di quel periodo sono: “Processo all città”(1952) di Luigi Zampa, “La presidentessa”(1952) diretto da Pietro Germi, “Racconti romani”(1955) di Gianni Franciolini e “La strada lunga”(1958) di Giuseppe De Santis, candidato all'Oscar come Miglior film straniero e vincitore del Globo d'Oro. Hollywood la reclamava a gran voce, ma l’attrice preferì lavorare in Francia, Egitto, Spagna e America Latina, dove diventò una star di prima grandezza. Nel 1956 conduce anche la trasmissione “Primo applauso” ed è ospite  de “Il Musichiere”, tra il 1959 e il 1960.

Gli amori, l’assistenza ai genitori e le ultime pellicole

Nonostante la stampa parlasse di numerosi flirt con uomini potenti e attori famosi (Omar Sharif, Orson Welles, Tyrone Power), la Pampanini dichiarò di aver amato un solo uomo, che non faceva parte del mondo dello spettacolo, ma che morì ad un mese dalle nozze. Da allora ha avuto altre storie ma non si è mai sposata e non ha avuto figli. Nel 1958 appare nel corto “Melodie a Sant’Agata”, di cui è anche regista e nel 1961 gira “Il terrore dei mari” di Domenico Paolella, nelle vesti anche di sceneggiatrice. Tre anni dopo, nel 1964, Dino Risi la volle ne “Il gaucho”, nel ruolo di Luciana, diva al tramonto che cerca di riconquistare la ribalta e un marito milionario. Nel 1965 conduce la trasmissione “Mare contro mare: giochi d’estate da costa a costa” con Aroldo Tieri, ma Nel 1966, dopo aver girato “Mondo pazzo… gente matta!” di Renato Polselli, la Pampanini decide di lasciare le scene per assistere i genitori anziani, fino alla loro morte. Tornò al cinema nel 1971 con il film ad episodi “Mazzabubù… Quante corna stanno quaggiù? “(1971) per la regia di Mariano Laurenti e poi apparve, come se stessa, nel film “Il Tassinaro”(1983) di Alberto Sordi. Nel 1999 ha preso parte alla miniserie tv “Tre stelle” e partecipò alla trasmissione televisiva “Gratis”, di Rai Uno, con Nicola Arigliano, Ambra Angiolini e Francesco Paolantoni. Nel 2002, invece, Mara Venier la volle nel cast della sua “Domenica In”, dove dimostrò ancora una volta al pubblico la sua simpatia e spontaneità.

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