I mille volti di Margaret Thatcher al cinema, l’ultimo fu di Meryl Streep
Tante le attrici di Hollywood che hanno reso omaggio alla figura di Margaret Thatcher (morta oggi a 87 anni) al cinema, ripercorrendo stralci di vita politica e vita, nonché tentando di reinterpretare la famigerata icona della Lady di ferro. L'ultimo capolavoro proveniente dagli States sulla sua vita, è stato il film "The Iron Lady", che grazie alla magistrale interpretazione di Meryl Streep ha conquistato i box office di mezzo mondo e regalato l'ennesimo Oscar alla sua protagonista. Quest'ultima si è recentemente espressa in merito alla volontà iniziale di accettare un ruolo così controverso e ha tentato di prendere le sue difese, rimarcando il ruolo fondamentale avuto dalla Thatcher nella battaglia femminista contro la discriminazione politica e sociale del suo Paese. Un approccio che ha assunto, poi, un significato più esteso per tutte le donne, libero da qualsiasi limite geografico:
Quando si interpreta una persona, e un personaggio controverso non si deve giudicare, avere delle opinioni, odiare o amare. Si deve piuttosto cercare di entrare nella sua personalità e abbassare il profilo della propria. La Signora Thatcher è stata una conservatrice, si è macchiata le mani di sangue, ha fatto scelte impopolari e dure. Ma è indubbio, ad esempio, che sia stata a suo modo una femminista. Per la gente della mia epoca era inconcepibile che una donna sedesse in un consiglio d'amministrazione, guidasse una grande corporation, fosse protagonista in politica. Thatcher lo è stata, e ha fatto la Storia, nel bene e nel male.
Impeccabile nel suo talleur color porpora, così come tutte le altre attrici d'oltreoceano, che hanno contribuito a renderla immortale. Tra queste Janet Brown nel film "Solo per i tuoi occhi" del 1981), Patricia Hodge in "The Falklands Play" (film tv del 2002), Greta Scacchi nel docu-film "The Truth" del 2002, Lindsay Duncan in "Two's Margaret" (film della BBC) del 2009 e Andrea Riseborough in "The Long Walk to Finchley" del 2008. Ognuna di loro ha conquistato un posto d'onore nel campo della cinematografia mondiale, riuscendo a trasmettere sfumature profondamente diverse della Thatcher, sebbene la sua immagine pubblica non avesse mai consentito di far trapelare altro dal solito atteggiamento austero.
La figura di Margaret Thatcher, infatti, proprio per la sua complessità è stata anche il fulcro di un vero e proprio genere cinematografico, tutt'altro che celebrativo: il famoso "cinema anti-thatcheriano", in voga dagli anni '80 alla fine degli anni '90. In esso fu racchiusa tutta la frustrazione delle vaste aree britanniche deindustrializzate dalle riforme economiche del Primo Ministro, che ben presto diventarono lande desolate piene di disoccupati, che per sopravvivere si videro costretti ad adottare qualsiasi tipo di espediente. Gli esempi più lampanti di questo genere sono tutt'oggi i celebri film Grazie signora Thatcher di Mark Herman, The Full Monty di Peter Cattaneo e Billy Elliot di Stephen Daldry.