Il nuovo film di Checco Zalone punta all’estero: “Il mio sogno è recitare in inglese”
Luca Pasquale Medici, meglio noto come Checco Zalone. Il "re Mida" dei botteghini italiani è pronto a partire con le riprese del suo nuovo film, già un piccolo caso perché in contrasto con l'uscita del nuovo attesissimo capitolo di "Star Wars". Si rischiava di posticipare il fenomeno targato J.J. Abrams, poi alla fine Zalone ha scelto di uscire in gennaio per non pestare i piedi al kolossal e non rischiare di attirarsi l'ira dei tantissimi fan della saga, quegli stessi fan che potrebbero guardare anche il suo di film. E allora è pronto al suo quarto film, ancora senza titolo, e in un'intervista a "La Repubblica" anticipa un po' di trama.
Ancora una volta si parlerà di precari e di lavoro, con Checco Zalone che è uno degli ultimi ad avere un posto pubblico fisso fin quando una riforma non lo mette in mobilità. Cosa succede? Pur di non lasciare il suo posto fisso, andrà in Norvegia, catapultato in una nuova civiltà fatta "di gente virtuosa, civile, efficiente, dove il welfare è molto forte. Però sono tutti depressi. E si uccidono. Perché? Lo scoprirete vedendo il film…". Checco Zalone spiega che il suo personaggio sarà completamente rapito da questa nuova civiltà. Un film importante perché il primo di Zalone girato all'estero che rivela un suo grande sogno.
Mi hanno visto in 8 milioni per Sole a catinelle, quindi o si moltiplicano gli italiani o fare di più è impossibile. E' un sogno, ma difficilissimo. Un giorno mi piacerebbe fare un film in inglese.
Girato in Puglia, Lampedusa, Val di Susa, Sardegna e Norvegia, il film uscirà nelle nostre sale in gennaio e prevede, come di consueto per i film di Checco Zalone, la colonna sonora sarà interamente scritta dal comico e cabarettista.
Scrivo io le canzoni anche questa volta. Per adesso ne ho una in inglese, un po' maccheronico e un'altra che vorrei fare come un pezzo di Adriano Celentano, "La prima repubblica non si scorda mai". È così che nasco, volevo fare il cantautore e scrivere cose d'amore, ma erano veramente brutte, allora per ovviare a questo durante le serate dicevo una idiozia al microfono e funzionava molto di più. Ma dentro di me volevo essere un De Gregori.
E quando gli viene chiesto se il personaggio di Checco Zalone gli va stretto, lui risponde così.
No. Però ogni giorno dico che non voglio più fare questo mestiere. Ma non per Checco Zalone, non per rinnegare il mio essere nazional popolare, ma perché le responsabilità aumentano, e questa ansia, questo terrore di dover affrontare il pubblico aumenta. Io non faccio televisione, non faccio pubblicità, non mi piace fare interviste, ma non perché sono snob, ma perché vivo il momento pubblico con grande ansia. Ma non ho mai sentito che quello che faccio è roba bassa, anzi.