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Il Paradiso probabilmente: trama, trailer e curiosità del film di Elia Suleiman

Elia Suleiman è ES, un uomo che fugge dalla Palestina in cerca di una patria alternativa. Presto, però, si renderà conto che il suo Paese lo segue come un’ombra. La promessa e la speranza di una nuova vita si trasformano in una commedia degli errori: non importa quanta strada percorra, da Parigi a New York, c’è sempre qualcosa che gli ricorda la sua casa. Al cinema dal 5 dicembre 2019.
A cura di Ciro Brandi
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Data di uscita: 5 dicembre 2019
Durata: 97 minuti
Nazione: Francia, Qatar, Germania, Canada, Turchia, Palestina
Genere: Commedia
Distribuzione: Academy Two
Regia: Elia Suleiman

Il regista e attore palestinese Elia Suleiman, finalmente, arriva nelle nostre sale con l’acclamato Il paradiso probabilmente (It Must Be Heaven). Questa sua nuova comedy-drama è stata presentata, nel maggio scorso, al Festival di Cannes ed è incentrata sulla storia di ES (Suleiman), un uomo che fugge dalla Palestina in cerca di una patria alternativa. Presto, però, si renderà conto che il suo Paese lo segue come un’ombra. La promessa e la speranza di una nuova vita si trasformano in una commedia degli errori: non importa quanta strada percorra, da Parigi a New York, c’è sempre qualcosa che gli ricorda la sua casa. Nel cast, oltre allo stesso regista/protagonista, ci sono anche Gael Garcia Bernal, Ali Suliman, Grégoire Colin, Holden Wong e Robert Higden.  Prodotta da Édouard Weil, Laurine Pelassy ed Elia Suleiman, la pellicola sarà distribuita in Italia da Academy Two a partire dal 5 dicembre 2019.

La sceneggiatura è stata scritta dal regista che, sul suo film, ha detto:

Nei miei film precedenti ho cercato di presentare la Palestina come un microcosmo del mondo; la mia nuova pellicola cerca di mostrare il mondo come se fosse un microcosmo della Palestina. Il Paradiso probabilmente mostra ordinarie situazioni di vita quotidiana di persone in tutto il mondo che vivono in un clima di tensione geopolitica globale. E la violenza che esplode in un posto è simile alla violenza che esplode in un altro. Immagini e suoni che contengono questa violenza o tensione si trovano in ogni luogo del mondo, e non, come in passato, solo in qualche lontano angolo del globo. I posti di blocco sono ormai in ogni Paese, negli aeroporti e nei centri commerciali. Le sirene della polizia e degli allarmi non sono più intermittenti ma costanti.

La direzione della fotografia è di Sofian El Fani mentre il montaggio è opera di Véronique Lange. I costumi e il trucco sono stati realizzati, rispettivamente, da Alexia Crisp-Jones e Julia Floch-Carbonel in coppia con Grit Hildembrand.

La trama

ES fugge dalla Palestina in cerca di una patria alternativa, ma si rende conto che la Palestina lo segue come un’ombra. Quella che doveva essere la promessa di una nuova vita si trasforma in una commedia degli errori: non importa quanta strada percorra, da Parigi a New York, c’è sempre qualcosa che gli ricorda casa.

Il cast

Elia Suleiman è alla sua nona opera e, nel 2012, ha portato nelle sale 7 Days in Havana, girato con altri registi del calibro di Benicio del Toro, Pablo Trapero, Julio Medem, Gaspar Noé, Juan Carlos Tabío e Laurent Cantet. Il resto del cast è composto da: Ali Suliman (uomo pazzo), François Girard (poliziotto), Gael García Bernal (Gael García Bernal), Nancy Grant (produttrice), Vicent Maraval (produttore), Guy Sprung (professore), Kwasi Songui (tassista), Stephen McHattie (chiromante), Tarik Kopti e Kareem ghineim (Vicini, padre e figlio), Nael Kanj (vescovo), Asmaa Azaizy (donna beduina), Stephen McHattie (cartomante), Fadi Sakr (Maestro delle cerimonie) e Alain Dahan (Agente aeroportuale).

Le curiosità sul film che dovete sapere

1. Il film è stato girato interamente a Parigi e New York.

2. Il regista ha detto che, come nei miei film precedenti, anche in questo i dialoghi sono volutamente scarsi, le poche parole che vengono scambiate sono più che altro un monologo che ha lo scopo di infondere ritmo e musicalità. Per il resto, la narrativa del film viene intessuta su un montaggio subliminale, situazioni comiche attinte al mondo dell’assurdo, immagini che si aprono alla poesia del silenzio.

3. Al Festival di Cannes, la pellicola ha ricevuto il premio FIPRESCI come Miglior film in concorso e ha anche ricevuto una Menzione speciale.

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