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Il trailer del nuovo “Ghostbusters” è il più odiato nella storia di Youtube

Triste primato per il video promozionale del film, che vedrà Kristen Wiig, Melissa McCarthy, Leslie Jones e Kate McKinnon vestire i panni tutti femminili delle nuove acchiappafantasmi. Pare che intorno al nuovo “Ghostbusters”, in sala a luglio, sia in atto una vera e propria campagna d’odio.
A cura di Valeria Morini
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Mancano ancora tre mesi all'uscita del nuovo "Ghostbusters" (previsto in sala per il prossimo 28 luglio), eppure la nuova versione tutta al femminile dei celebri acchiappafantasmi sembra destinata a un flop clamoroso. La pellicola, diretta da Paul Feig e interpretata da Kristen Wiig, Melissa McCarthy, Leslie Jones e Kate McKinnon, ha battuto un poco invidiabile record: il trailer uscito a marzo è ad oggi quello che ha ricevuto il più alto numero di "Non mi piace" su YouTube.

Sono oltre 560.000 i "dislike" ricevuti dal promo del film sul celeberrimo sito di video, a fronte di appena 208.000 pollici in su. Per capire meglio la portata dello scarso gradimento, segnaliamo che quello di Ghostbusters è l’unico trailer presente nella Top 100 dei video più odiati su YouTube. I soli altri due video legati al cinema in tale lista sono due versioni della canzone "Let it Go" del disneyano "Frozen".

In corso una campagna di odio contro "Ghostbusters"?

Il poco felice primato non deve sorprendere più di tanto, dal momento che già l'annuncio del progetto sollevò critiche e perplessità: secondo i fan più "oltranzisti", la scelta delle cinque attrici sarebbe un vero affronto a chi ha tanto amato i primi due indimenticabili film della saga, con Bill Murray, Dan Aykroyd, Harold Ramis e Ernie Hudson. Il sito "Screencrush", sostiene infatti come sarebbe in corso una vera e propria campagna diffamatoria contro il nuovo "Ghostbusters", cui va aggiunta la sospetta presenza di frange misogine avverse alle quattro protagoniste femminili. C'è di buono che il video ha ben 27 milioni di visualizzazioni: come insegna una delle regole del marketing (e come diceva il buon Oscar Wilde), va bene parlarne male, purché se ne parli.

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