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Jack Nicholson, il mito vivente da tre Oscar compie 80 anni

E’ una delle leggende viventi più amate di Hollwyood. Ha vinto 3 Oscar, 6 Golden Globe, 3 BAFTA e altre decine di premi e girato pellicole cult come “Shining”, “Easy Rider”, “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, “Qualcosa è cambiato”, “Voglia di tenerezza”. Jack Nicholson, il 22 aprile, compie 80 anni e, contrariamente a quanto affermato nel 2016, tornerà al cinema nel corso di quest’anno. Idolo.
A cura di Ciro Brandi
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L’inconfondibile ghigno, lo sguardo, il magnetismo, la bravura e i suoi straordinari film lo hanno reso una leggenda vivente e un mito assoluto del cinema internazionale. Il grandissimo Jack Nicholson, il 22 aprile, compie 80 anni ed è uno degli attori più premiati della storia del cinema. Ha vinto 3 Oscar, 6 Golden Globe, 3 BAFTA e altre decine di premi e girato pellicole cult come “Shining”, “Easy Rider”, “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, “Qualcosa è cambiato”, “Voglia di tenerezza”, fino a “Batman”, “The Departed” . Nel marzo 2016, l’attore ha annunciato il ritiro dalle scene ma, pochi mesi fa, è stato annunciato che lo vedremo nel remake di “Vi presento Toni Erdmann”.

La verità sui genitori e i corsi di recitazione a Los Angeles

Nicholson è nato a Neptune City, nel New Jersey e, solo verso i 40 anni scoprirà che la sua vera madre è June Nicholson, che credeva essere  sua sorella,  mentre quella che credeva essere sua mamma, in realtà era la nonna. Il padre era un alcolizzato e abbandonò June quando la donna partorì il loro bimbo, ad appena 17 anni. L’attore frequenta il Manasquan High School ed è li che inizia a muovere i primi passi nel campo della recitazione. Dopo il diploma, vola a Los Angeles e partecipa ai corsi di arte drammatica di Jef Corey mentre lavora come fattorino negli studi della MGM.

“Easy Rider”, “Chinatown” e “Qualcuno volò sul nido del cuculo”

L’esordio sul grande schermo arriva già nel 1958, col film “The Cry Baby Killer”, di Jus Addiss, seguito da “Too Soon to Love”(1960) di Richard Rush. Nello stesso anno, è sul set de “La piccola bottega degli orrori”, di Roger Corman e, due anni dopo, sposa l’attrice Sandra Knight, conosciuta sul set del film “La vernice di cera”, diretto sempre da Corman. Dal matrimonio nascerà sua figlia Jennifer, ma la storia naufragherà presto a causa della dipendenza dell’attore dall’LSD. La sua carriera, invece, subirà un’impennata grazie al cult “Easy Rider”(1969), diretto dal grande Dennis Hopper. Il ruolo dell’avvocato alcolizzato, George Hanson, gli farà ottenere la nomination agli Oscar come Miglior attore protagonista e, da allora, sarà un’escalation di successi. Grazie a “Cinque pezzi facili”(1970), di Bob Rafelson, porta a casa la seconda nomination agli Academy, mentre la terza  arriva nel 1973, col film “L’ultima corvè”, di Hal Ashby. Nel 1971, esordisce anche alla regia con "Yellow 33", mentre nel 1974, è nei panni del detective Gittes in “Chinatown”, di Roman Polanski, che gli regala un Golden Globe. L’Oscar, invece, arriva grazie al capolavoro “Qualcuno volò sul nido del cuculo”(1975), diretto da Miloš Forman, dove Nicholson interpreta il ruolo dell’internato Randle Patrick McMurphy. Nello stesso anno, gira anche "Professione: reporter", del nostro Michelangelo Antonioni. Nel 1978, torna in cabina di regia per il film "Verso il sud", riservandosi anche la parte da protagonista.

“Shining”, “Reds” e “Qualcosa è cambiato”

Nel 1976, Elia Kazan lo dirige nel film “Gli ultimi fuochi”, mentre nel 1980 interpreta il ruolo di Jack Torrance nel cult “Shining”, alla corte di Stanley Kubrick e, l’anno dopo è nel film “Il postino suona sempre due volte”, di Bob Rafelson. Il grande Warren Beatty lo dirigerà in “Reds”, nel 1981, mentre il secondo Oscar arriva grazie alla performance in “Voglia di tenerezza”(1983), diretto dal suo amico James L. Brooks. Dopo “Le streghe di Eastwick”(1987), di George Miller, gira “Batman”(1989), di Tim Burton, dove da vita al mitico personaggio di Joker, uno dei più riusciti (e pagati) della sua carriera. Nel 1990, esce il suo ultimo film da regista, "Il grande inganno", invece, nel 1992, è con Tom Cruise in “Codice d’onore”, di Rob Reiner e nel 1996 torna a lavorare con Tim Burton in “Mars Attacks!”. Nel 1997, vince il terzo premio Oscar per il film “Qualcosa è cambiato”, diretto sempre da James L. Brooks e, dopo un periodo di pausa, torma al cinema, col film di Sean Penn “La promessa” e, l’anno dopo, gira “A proposito di Schmidt”, diretto da Alexander Payne.

 Gli utlimi film e il remake di “Vi presento Toni Erdmann”

Nel 2003, Peter Segal lo dirige in “Terapia d’urto” ed è anche sul set del bellissimo “Tutto può succedere – Something’s Gotta Give”, di Nancy Meyers, con Diane Keaton. Nel 2006 è Frank Costello nel fenomenale e pluripremiato “The Departed – Il bene e il male”, di Martin Scorsese, mentre nel 2007 è sul set di “Non è mai troppo tardi”, di Rob Reiner. L’ultimo film per il grande schermo è “Come lo sai”, di James L. Brooks e, nel corso del 2017, lo vedremo nel remake americano del film “Vi presento Toni Erdmann”, di Maren Ade, vincitore dell’European Film Award e candidato all’Oscar 2017 come Miglior film straniero.

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