La coppia d’assi Siani/De Luigi per La peggior settimana della mia vita [la recensione]
Alessandro Genovesi debutta alla regia con questa divertentissima commedia, ispirata da un format della Tv britannica (“Worst Week”). Protagonisti assoluti Fabio De Luigi (anche co-sceneggiatore con lo stesso regista), Cristiana Capotondi e Alessandro Siani.
Manca poco alle nozze tra Paolo (Fabio De Luigi) e Margherita (Cristiana Capotondi), solo sette giorni al fatidico sì che però si trasformano in un vero e proprio incubo per il povero futuro sposino. Tra il suo miglior amico Ivano (Alessandro Siani) che non fa altro che aggiungere altro caos a una situazione già abbastanza precaria a causa del comportamento di una collega (Chiara Francini) ancora innamorata di lui e disposta a tutto per averlo tutto per sé e i futuri suoceri (Antonio Catania e Monica Guerritore) che non vedono di buon occhio l’unione con la loro figlia maggiore, più matura e responsabile di Paolo, ci si mette anche il padre dello sposo (Andrea Mingardi) e la sua giovanissima compagna (Arisa) a rendere ancora più tragicomici i disastri che, uno dopo l’altro, si abbattono ingenerosi su di lui.
Grande cast, grande regia, bella sceneggiatura. Ovviamente nulla di nuovo, anzi, la commedia di Genovesi può essere quasi considerata un remake di “Mi presenti i tuoi”, in cui la coppia Stiller/De Niro è sostituita da De Luigi/Catania e dove Sfigatto diventa uno “sfortunato” cagnolino.
Certamente superiore a tutti i cinepanettoni (vedi “Matrimonio a Parigi”) che ci hanno propinato (e che continueranno ahimè a propinarci) negli ultimi anni, il film di Genovesi è retto da battute ben congegnate, portate avanti con maestria da Fabio De Luigi e Siani, coppia d’assi che vi farà veramente divertire, dando vita a siparietti comici al limite dello spassoso. Le situazioni ansiogene che precedono il matrimonio, le differenze tra Nord e Sud, tra gli stessi fidanzati, le incomprensioni con i suoceri, si trasformeranno in scene tragicomiche ma sempre politicamente corrette, senza mai sfociare nel volgare.
Voto: 6 ½