La fisica dell’acqua, Claudio Amendola torna al grande schermo
La Casa del Cinema di Roma, a Villa Borghese, è la chiusura degna di un’avventura rocambolesca. Avventura che in italia equivale al fare film: che se si riesce faticosamente a produrre, resta a volta anni negli scaffali delle distribuzioni. E’ ciò che è successo a Felice Farina, regista della Fisica dell’acqua, thriller psicologico in uscita venerdì 30 e interpretato da due divi televisivi come Claudio Amendola e Paola Cortellesi.
La storia è quella di un bambino e del difficile rapporto con lo zio, che oltre a corteggiare la madre vedova vuole vendere la casa in cui vivono: ma i segreti sono nascosti nell’acqua. “Un film impressionante fin dalla costruzione, che siamo stati contenti di distribuire, anche si con tutte le difficoltà che un film piccolo comporta”, così lo presenta Christian Lelli, distributore indipendente con la Iris Film (che ha già distribuito il documentario Sangue e cemento sul terremoto d'Abruzzo) di una pellicola girata 6 anni fa, bloccata dal fallimento della casa di produzione e riacquistata dallo stesso regista al tribunale fallimentare. Tra immense difficoltà il film, montato e rimontato, post-prodotto un’infinità di volte, riesce ad arrivare sugli schermi italiani.
Segnando il ritorno sul grande schermo per Claudio Amendola, in questi giorni sul set della quarta stagione dei Cesaroni: “Diffido degli attori che entrano nella parte, perché poi fanno fatica a uscirne anche per darti una sigaretta. Gli attori non si devono portare i personaggi fuori dal set, devono semplicemente chiedere al regista cosa fare sulla scena”, dichiara l’attore che, a causa dei malumori per come ha rischiato di finire il film, dice di essersi disamorato del cinema, a favore della più ricca e tranquilla tv. Assieme a lui anche Paola Cortellesi e Stefano Dionisi: un cast di rispetto per un film indipendente, che è riuscito, come poco accade, ad arrivare in sala. Il merito? “Nonostante tutto il cinema non si riesce a uccidere, sebbene ce la mettano tutta per affossarlo, e il merito è del pubblico che riesce comunque ad appassionarsi al grande schermo”. Una speranza in un futuro più che mai incerto.
Emanuele Rauco