La storia del ‘Canto di Natale’ di Dickens diventata famosa con Topolino e Disney
Era il 1843 quando fu pubblicato per la prima volta "Canto di Natale", il romanzo breve di Charles Dickens, che è diventato un classico delle feste invernali con il suo mix di redenzione, speranza e umanità che l'hanno resa una storia senza tempo, adatta a grandi e bambini e capace di smuovere anche gli animi più duri e meno propensi ai festeggiamenti con amici e parenti. La favola di Ebenezer Scrooge e dei suoi fantasmi, del suo viaggio nella solitudine alla riscoperta dell'amore per il prossimo, è diventato col tempo il racconto natalizio per eccellenza e per questo è stata rivissuta innumerevoli volte anche al cinema: il primo film, addirittura, è datato 1901, prodotto e diretto dall’inglese R.W. Paul.
Ma nel cuore di tutti ci sono soprattutto la versione della Disney, con Paperon dè Paperoni nei panni del vecchio e avaro protagonista, e quella di Tim Burton con il suo "A Nightmare before Christmas". Ma non solo. Il fascino del racconto, però, resta invariato, così come immutato è il significato sociale che Dickens volle affidare alla sua storia.
Storia e significato del "Canto di Natale"
Tra le opere più popolari di Charles Dickens, "Canto di Natale" narra della conversione del vecchio, avaro e scontroso Ebenezer Scrooge, un facoltoso finanziere della Londra di fine Ottocento, che riceve la notte della Vigilia di Natale, tra il 24 e il 25 dicembre, la visita di tre spiriti (il Natale del passato, del presente e del futuro), preceduti da un'ammonizione dello spettro del defunto amico e collega Jacob Marley. Scrooge intraprende così un viaggio attraverso i propri ricordi più tristi, il presente senza colore ed un avvenire già scritto di solitudine e morte, per arrivare in fine al ravvedimento nei confronti degli altri e di se stesso. Quando si risveglierà, la mattina di Natale, dopo essere finito letteralmente all'inferno, si sentirà un uomo nuovo. Forte della lezione ricevuta dai tre fantasmi, si riconcilia con il nipote, dona ingenti somme di denaro ai poveri che incontra per strada e riserva al suo assistente Bob Cratchit e alla sua famiglia il miglior Natale di sempre. Pur essendo un racconto fantastico, "Canto di Natale" ha molto da insegnare e non è un caso che nel corso del Novecento proprio il personaggio di Scrooge sia stato assimilato ad alcuni simboli della cultura capitalistica.
La storia rivive al cinema
Canto di Natale di Topolino
Tra le trasposizioni cinematografiche più conosciute e fedeli di "Canto di Natale" c'è il cortometraggio del 1983 della Disney. A differenza di quanto possa far pensare il titolo, il protagonista indiscusso della storia non è Topolino, bensì Paperon dè Paperoni. D'altronde, chi altri avrebbe potuto prestare il volto all'avaro e ricchissimo Scrooge se non il papero più ricco della storia dei cartoon? Il suo nome originale in inglese è proprio Scrooge McDuck, a conferma del fatto che il suo creatore, Carl Barks, ha preso spunto proprio dal personaggio del romanzo di Dickens per realizzare zio Paperone. In questa pellicola Micky Mouse veste i panni del dipendente sfruttato Bob Cratchit e Topolina quelli di sua moglie. La storia è la stessa del libro, ma la magia e i personaggi sono tutti prestati dall'universo Disney: così il Fantasma del Natale Passato è interpretato dal Grillo Parlante e quello del Natale Presente da Willie il Gigante, mentre Pippo è lo spirito di Jacob Marley, solo per citare i più importanti. Persino Qui, Quo,Qua hanno un piccolo cameo, intenti a decorare l'albero di Natale.
Nightmare Before Christmas
Con "Nightmare before Christmas" si cambia registro. La favola di Dickens è reinterpretata in maniera molto personale, e libera, dall'ideatore Tim Burton, che l'ha reso tra i film di Natale uno dei meno "natalizi". A dispetto del titolo, chiunque abbia visto "Nightmare Before Christmas", saprà senza dubbio che le festività, in questa pellicola, finiscono per diventare uno spauracchio. Realizzato in stop-motion, tecnica che si realizza usando pupazzi mossi a mano e catturati fotogramma per fotogramma, e uscito nelle sale nel 1994 prima della riedizione in 3D del 2006, è comunque considerato un must da vedere a Natale. Al centro della pellicola c'è Jack Skeletron, re di Halloween e delle tenebre, che entra nel regno di Natale, fatto di luci e neve candida. A cambiare, dunque, sono personaggi e ambientazione, ma resta l’incapacità del protagonista di comprendere il Natale e il ravvedimento finale. Insomma, alla fine, anche qui a trionfare sarà il vero spirito delle feste.
A Christmas Carol
L'ultima trasposizione cinematografica della favola di Dickens è "A Christmas Carol". Realizzato nel 2009 per la regia di Robert Zemeckis, il film si presenta come un adattamento fedele del libro. D'altronde, lo stesso regista non ha mai nascosto che "Canto di Natale" è una delle sue storie preferite, soprattutto in tema di viaggi temporali. Gran parte della fortuna della pellicola è dovuta a Jim Carrey, che qui interpreta ben 8 personaggi: non solo Scrooge, ma anche il fantasma del Natale Passato, Scrooge da piccolo, da adolescente, da uomo, da anziano, il fantasma del Natale Presente e il fantasma del Natale Futuro.