Le amiche della sposa, la recensione
Dopo il clamoroso successo negli USA, questa esilarante commedia romantico/demenziale diretta dal bravissimo Paul Feig e sceneggiata dalle fantastiche Annie Mumolo e Kristen Wiig, è arrivata anche da noi. La pellicola, costata circa 30 milioni di dollari, ne ha quasi guadagnati 300.
Nel cast troviamo alcuni tra i comici – al femminile – più noti in USA come Maya Rudolph e Melissa McC arthy, mentre tra i maschietti troviamo Chris O’Dowd, Matt Lucas, Jon Hamm e Don Draper.
La trama è semplicissima: la quarantenne Annie (Wiig) vede uno spiraglio di speranza nella sua triste esistenza, dopo essere stata abbandonata dal suo fidanzato e aver person il negozio, quando scopre che la sua amica d’infanzia Lillian (Rudolph) sta per sposarsi e l’ha scelta come sua damigella d’onore nonchè organizzatrice delle nozze. Tutto sembra andar bene fino alla festa di fidanzamento, quando Annie incontra le altre damigelle, cioè l’esuberante sorella dello sposo Megan (McCarthy), la cugina della sposa Rita (Wendi McLendon-Covey), la spensierata amica Becca (Ellie Kemper ) e la moglie del capo del futuro marito: Helen (Rose Byrne). Con quest’ultima scatterà una folle gelosia per assicurarsi il posto più importante nel cuore della futura moglie, scatenando una serie di situazione spassosissime e paradossali.
La commedia ricorda tantissimo il recente successo “Una Notte da leoni”, ma è tutta al femminile. Tutte le donne del film sanno far ridere a crepapelle con una sceneggiatura in parte scritta e in parte improvvisata durante le riprese. La trama semplice infatti non avrebbe retto se non fosse stata per la bravura delle protagoniste. Ma anche gli attori non sono da meno: il contrasto tra il romantico poliziotto interpretato da O’Dowd e il sessuomane Hamm fa letteralmente morire dalle risate, basandosi addirittura solo sulla mimica del volto dei due. Assolutamente bravissimi. Il modo di raccontare è coinvolgente, rilassante, spensierato, a volte un pò volgarotto, ma stavolta perdoniamo tutto.
Sceneggiatura, regia e montaggio sono i pilastri su cui poggia l’intero progetto. Il punto debole è rappresentato solo dalla durata della pellicola, forse troppo lunga e dispersiva in pochissimi tratti, ma vale veramente la pena andare a vederli subito al cinema perché uscirete dalla sala veramente felici di averlo fatto. Finalmente ad Hollywood si stanno accorgendo che questo genere che definiremmo demential/romantic va alla grande, molto più dei drammoni o commediole insipide a cui ci hanno abituati negli anni passati.
Voto: 8+