Le Avventure di Tintin: Il segreto dell’Unicorno [la recensione]
Steven Spielberg dirige questa strepitosa avventura girata interamente in motion capture. La pellicola è basata su tre albi del famoso fumettista belga Hergè “Il Granchio d’oro”, “Il segreto del Liocorno” e “Il tesoro di Rakham il Rosso”.
Tintin (Jamie Bell) è un giovane reporter che è alla ricerca di nuove storie da raccontare. Per riuscire a trovarle intraprende un viaggio senza meta per il mondo, durante il quale incontrerà il Capitano Haddock (Andy Serkis), conoscerà la storia del pirata Rackham il Rosso (Daniel Craig) e il suo viaggio casuale si trasformerà in una caccia al tesoro contro altri avversari sconosciuti.
Assolutamente perfetto. Spielberg colpisce subito gli spettatori con la sequenza di disegni animati che accompagna i titoli di testa, e li porta in un mondo d’immagini spettacolari, alla stregua di quelle targate Pixar. La storia è coinvolgente, il ritmo non perde mai colpi, Andy Serkis nei “panni” digitali del Capitano Haddock è sensazionale, la regia di Spielberg non ha eguali. Le musiche di John Williams sottolineano con veemenza le scene d’azione, avventura e commedia che questa pellicola racchiude come uno scrigno magico.
Spielberg ha realizzato il suo grande sogno, anche se lo stesso regista ha più volte affermato nel corso di alcune interviste, che il rischio era molto grande così come le aspettative. Il progetto ha visto la luce grazie soprattutto all’aiuto di grandissimi professionisti come gli sceneggiatori Wright-Moffat-Cornish, la fotografia di Janusz Kaminski, il montaggio di Michael Kahn e gli effetti speciali della Weta Digital. Il risultato è invidiabile, fatto di scene fluide e dinamiche, battute studiate nei minimi dettagli e sequenze che resteranno nella storia del CGI per sempre (vedi la scena dei vascelli e l’inseguimento in Nord Africa).
Siamo sicuri che questo è il primo di una serie di episodi che porteranno al cinema milioni di spettatori di tutte le età. Meritatamente.
Voto: 9