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Le scene razziste della Disney che sarebbe meglio non vedere (FOTO)

Diverse sequenze contenute nel classici della casa di Topolino oggi appaiono incredibilmente offensive nei confronti delle minoranze etniche. Dagli stereotipi sugli afroamericani a quelli sulla comunità ebraica, ecco le scene più imbarazzanti.
A cura di Valeria Morini
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Dicono che Walt Disney, dietro l'immagine del genio affabulatore capace di divertire milioni di bambini e adulti con le sue meravigliose creature e i suoi indimenticabili film d'animazione, fosse in realtà razzista e antisemita. Sarà vero? Sicuramente, gli innumerevoli classici prodotti dal grande Walt non hanno soltanto rallegrato le giornate  ai piccini di tutto il mondo, ma hanno anche insegnato loro a distinguere il bene dal male e lottare per i propri sogni.

Tuttavia, in quasi un secolo di storia della casa cinematografica di Topolino, non sono pochi gli elementi che, visti oggi, appaiono davvero poco educativi. Il sito Answers.com ha segnalato ben undici scene tratte da diversi capolavori (dagli anni '30 a tempi molto più recenti) in cui la Disney sembra essersi macchiata di "razzismo". In particolare, pare che la rappresentazione di etnie diverse da quella bianca americana o di minoranze culturali sia spesso stata all'insegna dello stereotipo.

Il caso più eclatante è in "Fantasia", immortale classico del 1940. Nella sequenza ambientata sul monte Olimpo, musicata con la Pastorale di Beethoven, si vede un centauro di colore che pulisce agli zoccoli di un'altra creatura, in un'immagine che oggi appare decisamente offensiva. La scena è talmente imbarazzante che è stata eliminata dalle successive riedizioni del cartoon. La comunità afroamericana viene "presa in giro" anche in opere come "Dumbo" o "Il libro della giungla". Basti pensare, infatti, ai corvi che insegnano al tenero elefantino a volare: non sono forse chiaramente una parodia dei neri dei ghetti statunitensi? Addirittura, c'è un richiamo evidente a Jim Crow, Jim il Corvo, personaggio di canzoni e poesie emblema della discriminazione razziale. E anche Re Luigi e le sue scimmie, nel classico tratto dal libro di Kipling, parlano (nella versione originale) con il tipico accento afroamericano. Sono davvero segnali di razzismo da parte della Disney, o sono solo un omaggio al mondo jazz e blues e all'America multietnica?

Altre rappresentazioni stereotipate sono quelle dei gatti siamesi in "Lilli e il vagabondo" e "Gli aristogatti", che sembrano davvero la caricatura dei tratti somatici e caratteriali del popolo cinese. C'è poi un caso poco noto che ha dell'incredibile: se si va a rivedere "I 3 porcellini", non sfuggirà come uno dei travestimenti del Lupo cattivo sia quello dell'ebreo, con tanto di barba, naso grosso e occhiali. Per fortuna, il film è uscito ben prima della Seconda guerra mondiale e dei lager nazisti.

Ovviamente, per quanto oggi queste scene possano risultare offensive, bisogna tenere conto che sono state girate in altri tempi, quando i parametri del razzismo erano, purtroppo, ben diversi da quelli di oggi. In anni recenti, hanno comunque fatto discutere la pesciolona nera che canta in "La sirenetta" e, soprattutto, il ritratto della comunità araba in "Aladdin". Per la serie: quando gli stereotipi sono duri a morire.

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