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Luc Besson denunciato per stupro da un’attrice: “Mi ha drogata”. Il regista nega le accuse

Un nuovo scandalo sconvolge il mondo del cinema. Proprio mentre a Cannes le donne chiedevano parità e Asia Argento raccontava lo stupro di Weinstein, un’attrice 27enne denunciava il regista di Nikita e Valerian sostenendo di essere stata narcotizzata e violentata. Il legale del cineasta respinge le accuse.
A cura di Valeria Morini
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Il mondo del cinema viene ancora una volta scosso da uno scandalo sessuale. Al centro, stavolta, il regista francese Luc Besson , che nelle scorse ore è stato accusato di stupro da un’attrice di 27 anni. Come hanno riportato i media internazionali, la donna l'ha denunciato alla polizia, sostenendo che l'autore di film cult come Leon, Nikita, Il Quinto elemento e Valerian e la città dei mille pianeti, avrebbe abusato di lei dopo averla drogata con del tè.

La dinamica della presunta violenza

Il fatto risalirebbe ai giorni scorsi, e a riportarlo per prima è stata la radio francese Europe 1. Successivamente Variety ha raccolto la testimonianza della donna, che ha scelto di restare anonima e ha spiegato di aver lavorato con il regista in due film. Il presunto stupro sarebbe stato consumato il 10 maggio 2018 presso il Bristol Hotel di Parigi, in zona Champs-Élysées. L'attrice ha sostenuto che Besson le abbia messo una sostanza nel té facendole perdere conoscenza: ritiene che il regista 59enne l'abbia quindi violentata e riferisce che lui se ne sarebbe andato lasciandole del denaro. La polizia non ha voluto rilasciare commenti.

Luc Besson respinge le accuse

Completamente diversa la versione del cineasta, che ha respinto la gravissima accusa. "Il signor Besson è caduto dalla sedia quando ha saputo di queste accuse, che lui nega categoricamente", ha riferito il suo legale. La polizia francese starebbe investigando sulla denuncia, ma per il momento Besson non è stato formalmente accusato. Ex marito di Anne Parillaud, Maïwenn e Milla Jovovich, è sposato dal 2004 con Virginie Silla. Attualmente è al lavoro sul film Anna con Cillian Murphy, Luke Evans ed Helen Mirren, in sala in autunno.

Lo scandalo nei giorni del  #MeToo al Festival di Cannes

Per una bizzarra circostanza, il fatto (ancora tutto da dimostrare, sia chiaro) si sarebbe consumato proprio negli stessi giorni in cui nella medesima Nazione, al Festival di Cannes, il cinema si schierava in massa contro le molestie alle donne. Questa edizione della kermesse (felicissima per l'Italia, con i premi a Lazzaro Felice e a Marcello Fonte per Dogman) è stata dominata dai movimenti femminili sorti sull'onda dell'indignazione per il caso Weinstein come #MeToo e #TimesUp. 82 donne del mondo del cinema hanno sfilato sul red carpet per chiedere maggiore parità soprattutto sul fronte registico (sono infatti 82 le cineaste candidate nella storia di Cannes, contro i 1688 uomini), mentre in un'altra occasione un gruppo di 16 attrici di colore hanno chiesto maggiore inclusione nel cinema francese. Dulcis in fundo, Cannes ha dato spazio ad Asia Argento, una delle più note vittime di Weinstein: alla cerimonia di premiazione, ha consegnato insieme alla giurata Ava Du Vernay il premio come migliore attrice a Samal Yeslyamova per Ayka, ricordando la sua atroce esperienza:

Nel 1997 sono stata stuprata da Harvey Weinstein qui a Cannes. Avevo 21 anni. Questo festival era il suo ‘territorio di caccia'. Voglio fare una previsione: Harvey Weinstein non sarà mai più benvenuto qui. Vivrà in disgrazia, escluso dalla comunità che un tempo lo accoglieva e che ha nascosto i suoi crimini. E perfino stasera, seduti tra di voi, ci sono quelli che ancora devono essere ritenuti responsabili per i loro comportamenti contro le donne, che non sono accettabili in questo settore. Sapete chi siete. Ma soprattutto noi sappiamo chi siete. E non vi permetteremo più di farla franca.

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