Manolete, Penelope Cruz e il fascino delle corride
Se un film aspetta nei magazzini di una casa di distribuzione per tre anni un motivo ci deve essere: forse la storia è troppo poco vendibile sia per un vasto pubblico sia per i cinefili duri e puri. Oppure perché il film ha problemi legali. O forse perché è brutto e inutile. Se i protagonisti sono attori di grido e talento come Adrien Brody e Penelope Cruz, non può essere altro che per il terzo motivo. E così è.
La storia è quella di Manuel Rodriguez detto Manolete, popolarissimo torero negli anni ’40, e del suo disperato amore con Lupe, attrice e mezza prostituta che si deve scontrare con il mito e chi lo circonda. Girato nel 2007 (tanto che i pressbook degli uffici stampa sono rimasti fermi a quella data) e uscito in Italia come nel resto del mondo solo quest’anno, il film si avvale anche della sceneggiatura di Meyjes (Indiana Jones e l’ultima crociata, terzo capitolo di una serie che sta preparando il quinto film) e di un’accurata ricostruzione storica al soldo di un melodramma amoroso fuori tempo massimo. Infatti il pretesto biografico si perde presto nella descrizione di un amore torrido, passionale e sconveniente e nella messa in scena di un teatrino di folclore e turismo che invece sarebbe potuto essere un perfetto punto di partenza teorico (soprattutto il teatro e la vestizione del torero) per un film interessante.
Così com’è, quello di Meyjes è un film fasullo, come i finti filmati di repertorio, e ridondante, come la struttura temporale della sceneggiatura, che tra l’altro dimostra il modo goffo con cui la produzione ha cercato di rimontare un film sbagliato in partenza, con la voce fuori campo a ricucire le scene tagliate e la ripetizione insistita della scena della corrida – una, sempre quella – a camuffare le mancanza di budget. Peccato, perché i pesanti simboli della sceneggiatura, compromettono anche il lavoro sui personaggi (Manolete come uomo timido) e sugli attori, Brody – il cui ultimo film, Giallo, uscirà solo in dvd – e Cruz – che ritroverà Castellitto in Venuto al mondo – , che sono ovviamente la cosa migliore. Ma che non basta per potersi dire soddisfatti.
Emanuele Rauco