Marlon Brando, 10 anni fa moriva il mito assoluto del cinema mondiale
Esattamente 10 anni fa moriva l’icona assoluta di Hollywood, attore dai mille volti e mito intramontabile del cinema mondiale. Marlon Brando se n’è andato in totale solitudine, nella sua casa di Los Angeles, senza un dollaro, obeso (pesava quasi 160 kg) e dimenticato da tutti, in seguito a complicazioni di una fibrosi polmonare. Brando ha vissuto la sua vita sulle montagne russe, tra alti e bassi continui. Il debutto a Broadway avvenne a soli 20 anni, nel 1944, nella commedia “I Remember Mama”, ma il vero successo arriva con “Un tram chiamato desiderio”, di Tennessee Williams, nel 1947, con il ruolo del rude e bellissimo Stanley Kowalsky, che gli valse la prima nomination agli Oscar e lo fece diventare il sex symbol per eccellenza di quell’epoca. La vita privata fu particolarmente turbolenta: Brando si è sposato – ufficialmente – tre volte, ha avuto 13 figli da mogli e fidanzate, e ne ha adottati altri quattro. Il primo figlio, Christian Devi, nel 1990 fu condannato a cinque anni di carcere per l’omicidio del fidanzato della sorellastra Cheyenne, dando un dolore immenso al padre. Il divo era noto ad Hollywood anche per le sue battaglie sociali esplose quando si rifiutò di ritirare il secondo Oscar per il ruolo di Don Vito Corleone ne “Il Padrino” perché in disaccordo sui maltrattamenti degli indiani d’America da parte del governo degli USA. Al suo posto mandò una squaw che lesse il suo messaggio di protesta.
Marlon Brando, una vita tra successi immensi, grandi passioni e qualche flop
Dopo la nomination, la sua carriera spicca il volo. In brevissimo tempo, Brando gira grandissimi successi come “Viva Zapata!”(1952), il kolossal “Giulio Cesare”, “Il selvaggio”, dove compare in sella alla moto Triumph Thiundebird 6T, con giacca di pelle e jeans, immagine iconica per eccellenza dell’attore. In seguito, gira il musical “Bulli e pupe”, “Pelle di serpente”, con Anna Magnani e “Gli ammutinaty del Bounty”(1962), nel ruolo del primo ufficiale Fletcher Christian. Come tutte le grandi stelle, anche per Brando ci sono stati dei momenti no, periodo in cui i suoi film si sono rivelati dei veri e propri flop. Si tratta degli anni che vanno dal 1963 al 1968, nei quali ha girato “Missione in Oriente”, “La caccia” e “Candy e il suo pazzo mondo”. Dopo una forte depressione, dovuta proprio a quegli insuccessi, Francis Ford Coppola gli offre il ruolo di Don Vito Corleone nella saga de “Il Padrino”(1972), facendolo letteralmente rinascere. La sua stella tornò a splendere incontrastata e il nostro Bernardo Bertolucci pensò di arruolarlo per il controverso “Ultimo tango a Parigi”, che suscitò polemiche infinite, soprattutto per l’indimenticabile scena del burro. Nel 1978 Brando è nei panni di Jor-El nel film “Superman” e gira anche “Apocalypse Now”, con Francis Ford Coppola. Gli ultimi film a cui ha preso parte sono “Don Juan De Marco”, con Johnny Depp e “The Score” (2001), al fianco di Robert De Niro. L’ultima apparizione risale sempre al 2001, in tv, quando l’attore, durante un concerto del suo amico Michael Jackson lesse un messaggio contro la violenza sui bambini che il pubblico accolse tra i fischi. La sua stella, in quel momento, smise di brillare, ma il mito non morirà mai.