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Matrimonio a Parigi, il primo cinepanettone dell’anno [la recensione]

Boldi e la sua allegra brigata quest’anno giocano d’anticipo su tutti gli altri e ci portano a Parigi, dove le loro scorribande saranno condite da un finale romantico.
A cura di Ciro Brandi
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Con un tantino di anticipo rispetto alla normale programmazione, esce il primo cinepanettone dell’anno, diretto da Claudio Risi e con l’allegra brigata chiamata all’appello dall’attempato Massimo Boldi.

Lorenzo (Massimo Boldi) è un piccolo industriale del Nord col vizietto di non pagare le tasse. Su un treno per Parigi incontra un simpatico napoletano, Gennaro (Biagio Izzo), a cui spiattella compiaciuto tutti i modi in cui froda il fisco, convinto che ogni napoletano che si rispetti sia geneticamente un mariuolo…
Diretti nella capitale francese per assistere entrambi alla cerimonia di diploma dei propri figli Mirko (Emanuele Bosi) e Natalina (Diana Del Bufalo), Lorenzo e Gennaro non sanno che i due sono amici, studiano entrambi all’Institut d’Art et Design di Parigi e hanno prenotato per i genitori la stessa suite. Una volta a Parigi Lorenzo scopre che quel napoletano è un integerrimo ufficiale della Guardia di Finanza e qui cominciano i suoi guai. Intorno a questa alquanto piatta e banale trama girano vari personaggi secondari come Leonardo, il socio toscano di Lorenzo (Massimo Ceccherini), la moglie Elvira (Paola Minaccioni), lo stilista francese François Leroy (Rocco Siffredi), la coppia di tassisti romani Annibale (Enzo Salvi) e Anita (Loredanda De Nardis).

Nulla di nuovo. Piattume e scenette già viste, trite e ritrite, rigirate su loro stesse e ripresentate in sala. E dire che la commedia è attualmente in programmazione in ben 500 sale sparse in tutta Italia! Puntualmente ci meravigliamo del successo che questi film riescono ad ottenere ma non sappiamo spiegarci il perché. Troppo facile dire che la gente ormai va al cinema solo per divertirsi e per passare 2 ore in total relax. Che sia “Matrimonio” o “Natale”, ormai siamo inondati sempre dalla solita solfa, Boldi/De Sica, da più di 20 anni.

Matrimonio a Parigi” (ma il matrimonio occupa si è no 3 minuti di pellicola) va avanti tra battutine razziste ed omofobe (vedi il personaggio bisessuale di Rocco Siffredi), umorismo becero e patetico, incarnato soprattutto da Annamaria Barbera, imprigionata nel solito ruolo della donna brutta e dal lessico astruso. Boldi è sempre maledettamente uguale, non fa ridere, e se non ne è ancora consapevole, dopo tutti questi anni, allora il fatto diventa preoccupante. La curiosità intorno al ruolo di Rocco Siffredi si perde dopo pochi minuti. Biagio Izzo e Ceccherini ormai non hanno più nulla da offrire al pubblico di questo genere di film. Cosa resta? A voi i commenti.

Voto: 2

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