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Milleproproghe 2011: sarà una tassa ammazza-cinema?

Entrerà in vigore l’1 luglio 2011 il decreto Milleproroghe che imporrà la tassa di un euro sul prezzo del biglietto delle sale: porterà soldi alle casse dello Stato o danneggerà i nostri cinema?
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tassa sul biglietto del cinema milleproroghe 2011

Passato l'emendamento al decreto Milleproroghe 2011, la tassa sul biglietto del cinema è ormai ufficiale: gli spettatori dovranno sborsare un euro in più per avere accesso alle sale cinematografiche. Siamo proprio sicuri che sia stata una mossa intelligente da parte del governo? Secondo i nostri politici la tassa servirà a costruire i fondi per gli sgravi fiscali alla nostra produzione cinematografica, portando 45 milioni nelle casse dello Stato nel 2011, e altri 90 milioni nel 2012 e nel 2013. Il decreto entrerà infatti in vigore a partire dal primo luglio di quest'anno e per i successivi due. Ma in realtà il timore generale è che questa disposizione possa allontanare gli spettatori.

Il prezzo delle sale è in molti casi già abbastanza esorbitante: parliamo di quasi otto euro per gli spettacoli serali dei multisala, poco inclini a politiche di mercato a favore delle tasche degli utenti (si istituiscono giornate sconto, ma la visione serale non si tocca). Inoltre molti film vengono anche proiettati ormai esclusivamente in 3D, al prezzo di dieci-dodici euro e senza possibilità di optare per una visione normale. Ma ci sono anche cinema che preferiscono offrire all'utenza una programmazione più ricercata, o magari proprio a favore del cinema italiano piuttosto che dei colossi americani: piccole sale che offrono anche il biglietto a 4 euro, e che vedrebbero un aumento di ben il 25% sul costo totale con la sovrattassa di un euro. Di fronte a un simile incremento chiunque resterebbe spiazzato e diserterebbe le sale. E quindi non si rischia di ottenere l'effetto contrario? E perché le sale parocchiali sono esenti dalla tassa sul cinema?

I produttori dell'Anica e dell'Agis sono concordi: sarebbe meglio spalmare l'aumento su tutti quei media che distribuiscono film prodotti grazie agli incentivi fiscali. Pay-tv, tv on demand, home video, provider di accesso alle reti, oltreché i cinema stessi. In questo modo l'aumento sul singolo costo sarebbe più discreto e non disturberebbe l'utente. Fiduciosi di trovare un accordo con il ministero dei Beni Culturali e quello dell'Economia, i produttori attendono intanto il momento il cui il decreto entrerà in vigore: si vedrà allora se gli incassi al box office incontreranno le aspettative dei nostri governanti o se la tassà si trasformerà in un'arma a doppio taglio che ammazzerà il cinema.

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