Misure Straordinarie, Harrison Ford e Brendan Fraser contro le malattie rare
Per il suo debutto al cinema, il network televisivo CBS sceglie un dramma familiare a sfondo medico liberamente ispirato a vicende realmente accadute, già raccontate nel libro del premio Pulitzer Geeta Anand The Cure. La storia – profondamente rivisitata – a cui fa riferimento il lungometraggio di Tom Vaughan, è quella di John Crowley, un padre, che non si arrende al destino tragico che ha colpito i propri i figli e tenta il tutto per tutto un pur di salvarli.
John Crowley (Brendan Fraser), un uomo nato in una famiglia umile è quasi all’apice della sua scalata sociale. Proprio mentre la sua carriera lavorativa sta per decollare, a suoi due figli, Megan e Patrick, viene diagnosticata una malattia rarissima: la sindrome di Pompe, una patologia mortale che deteriora progressivamente i neuroni midollari. Supportato dalla moglie Aileen (Keri Russell) e determinato a trovare una cura, Crowley si rivolge al Dott. Robert Stonehill (Harrison Ford), un brillante e sottovalutato ricercatore che sostiene di aver sviluppato alcune teorie sulla terapia per la Pompe. Spinti da diverse motivazioni, Crowley e Stonehill (nella realtà William Canfiled), lottano contro il cinismo di mercato delle grandi lobby farmaceutiche con l’unico obiettivo di trovare una terapia in grado di salvare i figli di John.
Sulla scia di melodrammi strappalacrime a sfondo ospedaliero come il noto film del 1992 L'olio di Lorenzo con Nick Nolte e Susan Sarandon (indimenticabile interprete del personaggio forte e indipendente di Thelma e Louise), Misure straordinarie gioca molto sui buoni sentimenti, sull’amore incondizionato e sull’intraprendenza di genitori disposti a superare ogni sorta di ostacolo per salvare i propri bambini, ma non dimentica tematiche più serie. Harrison Ford – messi da parte, per il momento, frusta e cappello da Indiana Jones – e Brendan Fraser – che di Ford ha raccolto idealmente il testimone nella trilogia de La Mummia – si uniscono infatti in una crociata d’accusa contro le case farmaceutiche colpevoli di pensare più al profitto che a cure salvavita.
Enrica Raia