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“My Generation”: il premio Oscar Michael Caine racconta la Londra pop degli anni ‘60

Il doppio premio Oscar Michael caine è il narratore e l’interprete di questo documentario, diretto da David Betty, in cui ci racconta la Swinging London degli anni ’60, in piena esplosione della cultura pop, della Beatlemania e della fame creativa in tutti i campi. Un evento imperdibile che sarà al cinema solo dal 22 al 24 gennaio.
A cura di Ciro Brandi
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Il doppio premio Oscar Michael Caine, icona del cinema britannico e internazionale con all’attivo più di 115 film, è il narratore e l’interprete di “My Generation”, grandioso documentario sulla Swinging London di più di 50 anni fa, diretto da David Batty. Il film, già presentato al Festival di Venezia, è un progetto evento di I Wonder Stories e sarà nelle sale solo dal 22 al 24 gennaio.

Caine e l’esplosione pop nella Londra degli anni ‘60

Batty e Caine ci portano nella Londra degli anni ’60, in piena esplosione della cultura pop, della Beatlemania e della fame creativa in tutti i campi. Nasce una nuova generazione di artisti anticonvenzionali, ribelli, che non fanno parte di una élite aristocratica lontana dalla realtà. Sono i giovani della working class e Caine ci riporta a quell’epoca, facendoci conoscere i suoi grandi protagonisti, dai Beatles a Twiggy, dal fotografo David Bailey a Marianne Faithfull, dai Rolling Stones, gli Who fino alla stilista Mary Quant, creatrice della minigonna. Un viaggio nel tempo e nella memoria che affascinerà la nuova generazione e susciterà, logicamente, anche nostalgia in chi quei miti li ha visti nascere.

I ricordi dell’attore e i materiali d’archivio

Il documentario è basato sui racconti personali dell’attore e su tantissimi materiali d’archivio, ed è stato montato da Caine, nel corso dei sei anni, in collaborazione con il produttore Simon Fuller, agli sceneggiatori Dick Clement e Ian La Frenais e al regista Batty per raccontare la storia della nascita della cultura pop nella Capitale attraverso i suoi occhi, quelli di un giovane proletario londinese (o cockney), il cui vero nome è Maurice Joseph Mickelwhite Jr., figlio di un pescivendolo e di una donna delle pulizie che cambiò nome ispirandosi ad Humprey Bogart  e al film “L’ammutinamento del Caine”, del 1954. In “My Generation”, l’attore, oltre a portarci per mano nei suoi luoghi d’infanzia, rivela come fu fortunato ad assicurarsi il suo primo e vero debutto nel film “Zulu” (1964), di Cy Endfield, e come molte altri artisti di quegli anni dovettero lottare per emergere. Beh da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e Caine è diventato uno dei pilastri del cinema mondiale, con 6 nomination agli Oscar e 2 statuette in bacheca per “Hannah e le sue sorelle”(1986) e “Le regole della casa del sidro”(1999).

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