Perché gli americani hanno stroncato il film di Muccino?
Una commedia leggera e che parla d'amore, con personaggi di spessore e che non hanno ancora sbagliato un colpo ad Hollywood. Viene da chiedersi, ad una settimana dalla sua uscita italiana, perché gli americani abbiano stroncato il film di Gabriele Muccino, Quello che so sull'amore. Dopo che il pubblico nostrano ha ampiamente metabolizzato la pellicola, visti i risultati al box office, non è assolutamente sbagliato dire che il nuovo film del regista de L'ultimo bacio è stato un successone. Gli incassi? Siamo quasi a 2 milioni di euro e il regista adesso gongola: "Mi sento un gladiatore". La critica americana aveva scritto del film come "la peggiore produzione dell'anno", come una commedia "piatta e noiosa", "insulsa" e "destinata a finire nel dimenticatoio".
Invece è la commedia sentimentale perfetta. C'è poco da fare: fa presa la storia dell'ex calciatore di successo, finito male perché inghiottito dal vortice della fama e delle belle donne, che prova a rifarsi una vita ricominciando da capo, allenando una squadra di calcio di bambini, dove gioca suo figlio. Fa sempre più presa che lui sia un belloccio muscoloso che diventa ben presto l'idolo di tutte le "fameliche" mamme dei bambini e colpisce direttamente al cuore che, in questo tourbillon, lui sia intenzionato a riconquistare il cuore della sua ex moglie che sta per risposarsi. Era destinata al successo e non ha niente di così diverso ad altri prodotti simili, realizzati proprio ad Hollywood. Un appuntino da fare a Gabriele Muccino, però, c'è: perché ha cercato di dare a Gerard Butler, le fattezze di suo fratello Silvio?