Pif: “Se avessi solo 1 ora e 32 minuti da vivere andrei dal politico che odio”
Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, torna al cinema, dal 14 marzo 2019, per la prima volta solo come attore. Diretto dal regista Daniele Luchetti, è il protagonista del film ‘Momenti di trascurabile felicità‘, tratto dai racconti di Francesco Piccolo “Momenti di trascurabile felicità”(2010) e “Momenti di trascurabile infelicità”(2015). Con lui sul set, l'attrice Federica Victoria Caiozzo, in arte Thony, e Renato Carpentieri. Paolo, il protagonista, muore all'improvviso e arriva in Paradiso, dove scopre di avere ancora solo un'ora e 32 minuti da vivere sulla Terra, grazie alle centrifughe con lo zenzero bevute nella sua breve esistenza. Ospite nella redazione di Fanpage.it, l'attore e regista siciliano ha risposto in modo deciso rispetto al cosa farebbe se una situazione simile capitasse a lui:
Credo che all'inizio sarei andato dal politico X che odio per dirgli tutto quello che penso, più di quanto gli dica ora. Potrei anche offenderlo, tanto pure se mi querela sto morendo e poi con le leggi italiane… Però in realtà non lo farei e gli direi una cosa molto più saggia, perché poi quando stai per morire credo che ti venga spontaneo fare il saggio. Credo, non lo so.
Il film girato in una Palermo lontana dalla mafia
Il film è girato interamente a Palermo, ma in una Palermo decisamente lontana dai soliti stereotipi e dal legame con la mafia. Una Palermo medio borghese, che si rivela nella sua bellezza e nell'armonia delle sue dinamiche cittadine. Il regista Luchetti: "Ho raccontato un mondo come vorrei che fosse il mondo e una Palermo come si mostra oggi Palermo. Una città interessante, viva, accogliente e stare lì a girare per tre mesi è stato un modello di vita quotidiana al di sopra delle aspettative".
Pif, attore nella sua terra, ha aggiunto: "C'è una Palermo molto bella e in realtà è solo quella che è. È pur vero che per molti anni, visto quello che ho fatto, giustamente si è parlato molto spesso di mafia. Non bisogna smettere, però adesso secondo me è arrivato il momento di poter avere più leggerezza, di voltare pagina e poter usare Palermo come ambientazione, punto. È merito della città che riesce a dare un'altra immagine di se stessa. È un successo della città, non una bravura di chi fa cinema".
Ti penso sempre, ma non tutti i giorni
La frase "Ti penso sempre, ma non tutti i giorni" aiuta Pierfrancesco Diliberto a scoprire, a 46 anni, che le persone non amano in maniera continua e costante, che i personaggi che gli vogliono bene nel film non hanno mai maturato un attaccamento assoluto e imprescindibile, ed è un modo ironico per attraversare i ricordi di quando era piccolo: "Effettivamente è molto infantile perché io mi ricordo quando ero bambino e mi facevo questa domanda ‘Ma quando io non vedo il salumiere, il salumiere non esiste più?‘". Pif torna al cinema con il candore e la passione di sempre, aspetti che l'ha consacrato con grande naturalezza sul grande schermo dopo la vita da Iena e il successo televisivo de Il Testimone.