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Pinocchio, il grande e intramontabile classico Disney, usciva 80 anni fa

Sono passati già 80 anni da quando Pinocchio, secondo grande classico Disney, sbarcava a New York. Era il 7 febbraio 1940 e, anche se inizialmente non fu ottenne successo al botteghino, a causa della Seconda guerra mondiale che attanagliava, soprattutto Europa e Asia, negli anni è diventato uno dei film d’animazione più amati della storia del cinema.
A cura di Ciro Brandi
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Il 7 febbraio 1940, a New York si tenne la prima di Pinocchio, secondo classico Disney, diretto da Bill Roberts, Ben Sharpsteen Norman Ferguson, T. Hee, Wilfred Jackson, Jack Kinney e Hamilton Luske. Basato sul romanzo di Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio. Storia d'un burattino (1883), Il film narra le vicende di Geppetto, un vecchio falegname che costruisce un burattino di legno che gli faccia un po' di compagnia, nonostante la presenza in casa del gatto Figaro e della pesciolina Cleo, e lo chiama Pinocchio. Dopo averlo intagliato, Geppetto esprime il desiderio di poter vedere Pinocchio diventare un bambino vero. La Fata Turchina lo esaudisce ma il burattino dovrà essere bravo, coraggioso e disinteressato per poter essere davvero un bimbo in carne ed ossa. Per tenerlo sulla retta via, lo affida al Grillo Parlante, la voce della sua coscienza. Geppetto è felicissimo ma, purtroppo, Pinocchio s’imbatterà in vari personaggi – Il Gatto e la Volpe, Mangiafuoco, Lucignolo – che cercheranno di ingannarlo e portarlo sulla cattiva strada, fino a quando finirà nella pancia di una balena, in attesa che Geppetto vada a salvarlo.

Pinocchio e la rivoluzione del mondo dell’animazione

Quando il leggendario Walt Disney s’imbarcò nell’avventura di Pinocchio, sperava di bissare il grandioso successo del suo primo film d’animazione, Biancaneve e i sette nani (1937). A tal fine, mise su una squadra grandiosa che portò a una vera a propria rivoluzione nel mondo dell’animazione, con tecniche all’avanguardia che non solo diedero fluidità e movimenti più realistici a Pinocchio, ai personaggi principali e ai veicoli, ma seppero riprodurre in maniera pioneristica alcuni elementi naturali quali pioggia, mare, neve e anche ombre. Furono costruiti centinaia di modellini dei personaggi e delle ambientazioni e a Pinocchio fu dato un design che ricorda vagamente quello di Topolino, con tanto di guanti per nascondere le mani di legno. Walt Disney, come già accaduto con Biancaneve, volle anche girare tutte le scene con attori in carne e ossa perché non voleva usare troppo rotoscope, cioè la tecnica con cui un disegnatore ricalca semplicemente le scene a partire da una pellicola filmata in precedenza, ma dare proprio il senso del live action, almeno nei movimenti.

Un mix di buoni sentimenti e personaggi entrati nella storia del cinema

Il risultato è uno dei film d’animazione più belli e riusciti della storia del cinema, 84 minuti di pura magia, buoni sentimenti, l’emozione di un rapporto padre/figlio vero e profondo, con l’inserimento di scene molto forti e, talvolta, anche inquietanti ma che poi si risolvono, come sempre, nel migliore dei modi. Mangiafuoco, la Fata Turchina, Lucignolo, il Paese dei Balocchi, Il Gatto e la Volpe truffaldini e senza scrupoli, la trasformazione dei bimbi in asini e la fuga dalla balena sono personaggi e scene entrati con potenza nell’immaginario collettivo. La favola formativa di Pinocchio non ha pari nella storia dei film animati ed è per questo che, a 80 anni di distanza dalla sua uscita, è ancora tanto amata e oggetto di remake e film in live action.

I problemi iniziali causati dalla Seconda guerra mondiale e i due Oscar

Inizialmente, però, Pinocchio fu un flop al botteghino. Il budget di produzione fu doppio rispetto a quello utilizzato per Biancaneve e i sette nani e arrivò a sfiorare i 2.3 milioni di dollari. Uscendo nel pieno della Seconda guerra mondiale, gran parte del mercato europeo e asiatico fu letteralmente tagliata fuori dalla distribuzione e, alla fine del 1940, la pellicola aveva incassato solo 1.9 milioni. Per fortuna, quando il film fu distribuito nuovamente dopo il conflitto mondiale e, a seguito di alcune riedizioni nel corso degli anni (in Italia arrivò nel mese di novembre del 1947), il film ha incassato globalmente 121.892.045 dollari. Tuttavia, l’Academy decise di assegnargli due Oscar: Migliore colonna sonora a Leigh Harline, Paul J. Smith e Ned Washington e Migliore canzone, When You Wish Upon a Star, a Leigh Harline e Ned Washington.

Pinocchio in live action, serie tv e cartoni animati

Le avventure del personaggio di Pinocchio sono state riprese tantissime volte dai registi di tutto il mondo che hanno girato altri cartoni animati, film in live action e serie tv. Prima ancora dell’uscita del cult di Walt Disney, il primo Pinocchio del cinema è stato il comico franco-italiano Ferdinand Guillaume, protagonista di Pinocchio (1911), pellicola muta diretta da Giulio Antomoro. Nel 1947, invece, Giannetto Guardone dirige Alessandro Tommei nel live action Le avventure di Pinocchio. Anche il grande Totò sarà nei panni del burattino nel cult Totò a colori (1952) mentre nel 1972, Luigi Comencini porta nelle tv italiane la serie Le avventure di Pinocchio, con Andrea Balestri, Nino Manfredi, Gina Lollobrigida e Domenico Santoro, passata letteralmente alla storia. Nel 2002, ci prova Roberto Benigni, dirigendo e interpretando il personaggio nella sua versione cinematografica, ma senza riscuotere il successo sperato. Molto interessante, invece, è il Pinocchio di Enzo D’Alò, film d’animazione uscito nel 2012 mentre, nel dicembre 2019, abbiamo visto la versione live action di Matteo Garrone, con protagonista Federico Ielapi e Benigni nei panni, stavolta, di Geppetto. La pellicola è riuscita ad incassare circa 14.9 milioni di euro.

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