R.I.S., il C.S.I. nostrano si trasferisce a Roma
Squadra che vince va cambiata. Vecchia volpe Pietro Valsecchi, storico capo della Taodue (la casa di produzione di film come Il grande sogno di Placido o serie come Intelligence con Raul Bova), che prende uno dei suoi più grandi successi e lo stravolge: R.I.S., l’epigono italiano di C.S.I., lascia Parma e il cast a cui ci aveva abituati e si trasferisce a Roma, per un esperimento particolare.
Infatti R.I.S. Roma è un misto tra la continuazione della serie che ha incollato milioni di spettatori per cinque stagioni e un vero e proprio spin-off, cioè una serie nata o da un personaggio che si stacca dalla serie principale o da un marchio di fabbrica che viene variato (come C.S.I. appunto, diviso tra Las Vegas, Miami e New York, o Law & Order): al centro di questa “sesta ma prima” stagione” è Daniele Girelli, che dopo lo scioglimento della squadra di Parma, viene convocato a Roma dal capitano Lucia Brancato per far parte di una nuova squadra scientifica. Ma i convenevoli coi nuovi colleghi sono messi a dura prova da un serial killer chiamato “l’angelo della morte”.
Proprio come nei modelli a stelle e strisce, la serie cambia location non formula, ma soprattutto cambia attori: del cast originale resta solo Fabio Troiano (tra gli interpreti di Giorni e nuvole di Silvio Soldini), che affianca il nuovo capitano Euridice Axen e la sorprendente Jun Ichikawa (Cantando dietro i paraventi di Ermanno Olmi) nei panni di Flavia Ayroldi. Pregi e difetti sono sempre i soliti: a una regia ritmata ed efficace corrispondono sceneggiature di discutibile fattura e attori non sempre in parte. Ma per chi è abituato a Incantesimo o I Cesaroni, forse è anche troppo.
Emanuele Rauco