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Ritorno al futuro – Parte II, il sequel epocale di Robert Zemeckis usciva 30 anni fa

Il 20 novembre 1989 si teneva la première del fortunato sequel diretto da Robert Zemeckis, con protagonisti sempre Michael J.Fox e Christopher Lloyd. In questa seconda ed epocale parte, Marty si catapulta dal 1985 al 2015 per salvare suo figlio e compaiono i famosi gadget avveniristici tra cui le scarpe auto-allaccianti, lo skateboard volante e i giubbotti auto-modellanti che, assieme alla tematica sempre avvincente del viaggio temporale, non potevano non magnetizzare l’attenzione dei cinefili e spianare la strada al terzo capitolo.
A cura di Ciro Brandi
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Il 20 novembre 1989, a Century City (Los Angeles), veniva proiettato per la prima volta Ritorno al futuro – Parte II, fortunato sequel di Ritorno al futuro, del 1985, diretto da Robert Zemeckis e diventato un cult epocale. In questo secondo film, Marty McFly (Michael J. Fox) è riuscito a tornare dal 1955 fino al 26 ottobre 1985 ma il suo amico Doc (Christopher Lloyd), invece, è appena tornato dal futuro e non ha buone notizie. Il folle scienziato, infatti, gli comunica di essere stato nel 2015 e di aver scoperto che il figlio di Marty, Marty McFly Jr. si è cacciato in seri guai. A quel punto, Marty, Doc e la sua fidanzata Jennifer (Elizabeth Shue) partiranno a bordo della DeLorean e riusciranno a salvare Marty Jr dalla prigione, facendo arrestare il suo rivale Griff Tannen (Thomas F. Wilson). Suo nonno Biff, però, ha visto tutto e una volta impossessatosi della DeLorean e di una copia di un almanacco sportivo in cui sono contenuti tutti i risultati sportivi dal 1950 al 2000, diventando così l’uomo più ricco degli USA grazie alle scommesse, trasformando a proprio piacimento Hill Valley. Marty e Doc dovranno così tornare nel 1955 per distruggere l’almanacco  e impedire a Biff di attuare i suoi diabolici piani. Ne succederanno, naturalmente, di tutti i colori.

Un sequel cult ricco di elementi avveniristici

Ritorno al Futuro – Parte II è stato uno dei sequel più attesi e non inutili o, peggio ancora, dannosi della storia del cinema. Il film arrivò nelle sale a quattro anni di distanza dal capostipite, blockbuster assoluto e indimenticabile, che riuscì ad incassare più di 388 milioni di dollari e a portare a casa un Oscar al Miglior montaggio sonoro. In questa seconda pellicola, girata in concomitanza con la terza parte, uscita nel 1990, la sceneggiatura di Bob Gale si fa un po' più complessa e intricata, con paradossi temporali; attori interpretano 2/3 personaggi in epoche diverse e una trama avvincente che tiene incollati alla poltrona dall’inizio alla fine. Oltre all’elemento catalizzante per eccellenza, cioè la possibilità di viaggiare nel tempo, Zemeckis e il produttore Steven Spielberg – già re Mida di Hollywood – aggiunsero una valanga di gadget e oggetti avveniristici come le scarpe auto-allaccianti (che la Nike ha ricreato nel 2011); l’Hoverboard, il mitico skateboard volante utilizzato da Marty; il biocarburante e i vestiti auto modellanti sono tutti oggetti pseudo-surreali che non potevano non colpire l’immaginario dei cinefili dell’epoca.

Gli attori che diedero forfait e i camei celebri

Squadra che vince non si cambia, o quasi. Infatti, Zemeckis voleva che tutta la squadra attoriale del primo film tornasse anche per il secondo, ma purtroppo, Crispin Glover, che interpretava George McFly, padre di Marty, non volle tornare nel sequel e fu sostituito da Jeffrey Weissman e anche Claudia Wells, cioè Jennifer Parker del primo film, diede forfait e fu sostituita da Elizabeth Shue. Ci sono anche dei camei celebri: il bassista Flea dei Red Hot Chili Peppers è nei panni di Needles, amico di Marty che lo sfiderà in una corsa automobilistica mentre un giovanissimo Elijah Wood è uno dei ragazzi che gioca ai videogame al Café 80s.

Gli incassi e la nomination agli Oscar

Ritorno al futuro – Parte II non fece rimpiangere gli incassi del primo capitolo e, infatti, portò a casa più di 331 milioni di dollari globalmente, il plauso della critica specializzata e una nomination agli Oscar per i Migliori effetti speciali, realizzato da quei geniacci di Michael Lantieri e Ken Ralston, oltre a decine di altri premi. Un’ulteriore chicca di Zemeckis, inserita anche per tenere alta l’attenzione verso il franchise, fu quella di mettere il trailer della terza parte alla fine del secondo film, facendo vedere ai fan un Doc spedito indietro nel tempo, al 1855, nel bel mezzo del selvaggio West. Ma questa è un’altra storia.

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