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Robert De Niro, 70 anni e gli altri numeri da ricordare

Buon compleanno a Robert De Niro, che festeggia 70 anni oggi. Non è l’unico numero che lo contraddistingue: decine i film di cui è stato protagonista, molte le candidature agli Oscar e ai Golden Globe, doppiatore di Massimo Troisi ne “Il Postino” e tante altre cose, che non si potrebbero riassumere con facilità.
A cura di Andrea Parrella
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Per le generazioni gli attori di riferimento sono quelli, tre o quattro nomi di riferimento che compongono il gota della cinematografia. Non c'è un motivo preciso per il quale Robert De Niro possa ergersi al di sopra degli altri, e non è intenzione di nessuno trovarne i motivi. Più semplicemente, De Niro compie 70 anni oggi, il 17 agosto 2013, tagliando un traguardo anagrafico che non ci si aspetterebbe se lo si valutasse solo sulla base del suo aspetto. Indipendentemente dalle qualità, ciò che ha reso De Niro un fuoriclasse sono state le scelte, che lui ha sempre rivendicato come determinanti, appunto, ai fini della carriera. Era evidentemente molto persuaso dall'idea che convincere Martin Scorsese a girare Toro Scatenato, a dispetto del momento di crisi personale del regista, si sarebbe rivelata una scelta che lo avrebbe ricompensato nel futuro. Era altrettanto convinto che fosse indispensabile, anche solo per la teoria dell'alternanza, equilibrare il proprio percorso con ruoli drammatici e ruoli comici.

Per un personaggio del genere due Oscar sembrano oggettivamente bazzecole, il minimo indispensabile, meglio dire "pochi". Quanto lascia basiti del suo percorso sono proprio i numeri, che non si arresteranno di certo adesso: 92 film all'attivo da attore, 4 da doppiatore, due da regista e una sfilza altrettanto copiosa di film prodotti, ovvero 28, 7 nomination per gli Oscar, 9 per il Golden Globe, 1, categoricamente una, cittadinanza italiana e tante altre onorificenze. Ma soprattutto le facce, i centinaia di volti che rimarranno impressi nella mente dell'immaginario collettivo, quelli in cui è riuscito a penetrare nel corso degli anni, quelli che hanno preso forma sulla sua faccia originale, evidentemente qualcosa su cui ripiegare nei momenti morti. E' evidente che la percezione nostrana di Robert De Niro non può esimersi da un confronto con la sua voce, i doppiatori che sono stati legati al suo nome, tutti degni, da Amendola a Insegno, passando per Proietti, Riccardo Rossi, Renzo Stacchi e tanti altri. Se c'è una cosa per cui lo spettatore italiano può ritenersi pentito è forse quella di non aver "capito" De Niro in lingua originale, non averlo potuto apprezzare in versione nature.

Questo non perché i doppiaggi non siano stati all'altezza, sia ben chiaro. Ha lavorato con i registi più illustri che abbiano abitato la sua contemporaneità, ultimo della lista è Luc Besson, con il film in uscita. A 70 anni, ciò che tutti conclamano come inoppugnabile è il perfezionismo col quale ha affrontato ogni ruolo cui è stato chiamato, lo studio smodato e forse eccessivo, la necessità di capire fino in fondo ogni sfaccettatura del personaggio che stesse interpretando, rischiando di far divenire quella abnegazione una manifestazione di cocciutaggine. Ma come fai a dire a uno come De Niro che è cocciuto?

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