Robin Williams non aveva pianificato il suicidio
La morte di Robin Williams, classe 1951, attore, comico, attore e sceneggiatore statunitense, ha lasciato tutti di stucco. Nessuno poteva mai immaginarsi che la leggenda del cinema potesse togliersi la vita, quel maledetto 11 agosto nella sua abitazione a Tiburon. L'attore, secondo i beninformati, soffriva di ansia e in passato di depressione e alcolismo: da poco, invece, stando alle dichiarazioni della moglie, aveva scoperto di essere affetto dal morbo di Parkinson. La sua è stata una carriera fatta di grandi successi, da "Mork & Mindy" a "Mrs. Doubtfire" di Chris Columbus, più volte trasmesso sul piccolo schermo in Italia. Ora, come riporta il Daily Mail, Robin Williams non avrebbe mai pianificato il suo suicidio, insomma nessuno poteva aspettarsi un simile gesto, così drastico, così doloroso. Un confidente ha discusso con lui – il giorno prima che fosse trovato morto – sui suoi progetti futuri e Robin Williams non sembrava essere così turbato, anzi.
Il suicidio di Robin Williams è stato un atto spontaneo
Il suo suicidio, dunque, sarebbe stato spontaneo e per niente pianificato. Il giorno prima i due avrebbero discusso tranquillamente e Williams avrebbe posto al suo interlocutore innumerevoli domande. La fonte a Tmz ha precisato che Robin Williams "era spesso infelice ma quel giorno non era niente di insolito", insomma non lo aveva fatto preoccupare. Secondo l'attore Rob Schneider, amico di lunga data di Williams, l'attore si sarebbe tolto la vita anche a causa dei nuovi farmaci utili a combattere l'insorgenza della malattia del Parkinson: farmaci che, stando alle sue parole, potrebbero avere tra gli effetti collaterali anche il suicidio. Per l'Istituto Nazionale di Salute Mentale in America le persone alle prese con depressione e morbo di Parkinson "soffrono di più di ansia e problemi di concentrazione" rispetto a quelli che sono affetti da un solo disturbo.