Rocky Horror Picture Show, 35 anni di mito
Da un piccolo teatro off di Broadway al grande schermo, dalla disattenzione generale a un culto planetario, dove ogni sabato sera, a mezzanotte, schiere di fans cantano e recitano assieme ai protagonisti sullo schermo. Il Rocky Horror Picture Show è lo stesso concetto di culto fatto film, o meglio musical: la miscela di commedia, eros, canzoni rock e parodia horror hanno conquistato il mondo con una trasgressione e un’emotività raramente ripetuta al cinema (e che ha lanciato una grande attrice come Susan Sarandon).
Per festeggiare l’anniversario sono previste molti avvenimenti, tra cui ci piace segnalare l’uscita del libro Erotic Nightmare di Aldo Fresia, in cui l’autore analizza il film e i suoi risvolti filmici, narrativi, concettuali e musicali a partire dai testi dei brani che ne compongono la struttura, e il Rocky Horror Live!, uno spettacolo tra concerto e rappresentazione che la compagnia Magno Prog mette in scena a Firenze, nel rispetto di un rigore filologico verso l’opera originale.
Che è un caleidoscopio imperdibile e inarrivabile di ritmi, sensazioni, seduzioni, viaggi in sessualità sconosciute ma anche omaggio al cinema morto e sepolto degli anni ’50 e ’60: dobbiamo dire grazie per questo capolavoro dalle canzoni sempreverdi (su Wikipedia potrete scoprire l’elenco di citazioni e omaggi) a Richard O’Brien – che nel film interpreta Riff Raff – attore/autore rimasto in disparte dopo il successo, che nel 2001 aveva annunciato un seguito. Meno male che non sia riuscito a realizzarlo: nessun Time Warp avrebbe potuto restituirci la grandezza di questo mito.
Emanuele Rauco