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Sei anni dal suicidio di Robin Williams, il docufilm rivela: “Il suo cervello si era disintegrato”

A sei anni dal suicidio dell’attore, un documentario fa luce sugli ultimi giorni dell’artista e sulla drammatica convivenza con la sua malattia. La vedova: “Ogni area del suo cervello era stata attaccata. Robin ha visto se stesso andare in pezzi e disintegrarsi”. Shawn Levy, suo ultimo regista: “Mi disse: ‘Che cosa mi sta succedendo?”.
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Un documentario dedicato a Robin Williams, a sei anni dal tragico suicidio, farà luce su quelli che sono stati gli ultimi anni di vita dello straordinario artista. Dopo tanti pettegolezzi che hanno distorto e deformato l'obiettività dei fatti, gettando discredito su un talento straordinario – i tabloid scrissero di tutto, dai guai economici a una fulminante depressione – "Robin's Wish", questo il titolo del documentario, racconta gli ultimi giorni dell'attore che ha fatto i conti con la malattia che lo affliggeva: la demenza a corpi di Lewy. Diretto da Tylor Norwood, il documentario uscirà on demand il prossimo primo settembre negli Stati Uniti.

Le testimonianze nel docu-film

La vedova Susan Schneider-Williams racconta nel documentario tutti i dettagli, senza risparmiare quelli più crudi: «Ogni area del suo cervello era stata attaccata". E ancora: "Robin ha visto se stesso andare a pezzi, disintegrarsi». Nel trailer c'è anche l'ultimo regista con il quale l'attore ha lavorato, Shawn Levy per "Una notte al museo 3: il segreto del Faraone": «Sul set era chiaro a tutti che a Robin stava succedendo qualcosa, ricordo che un giorno mi disse “non so cosa mi stia succedendo, non sono più io”». C'è anche l'autorevole presenza di Bruce Miller, neurologo di fama internazionale e direttore del Memory and Aging Center dell'Università della California. Nel trailer di "Robin's Wish", il luminare spiega: "La demenza a corpi di Lewy è una patologia devastante che aumenta ansia e insicurezza, scatenando delusione". 

Le parole della moglie di Robin Williams

Susan Schneider-Williams racconta che per molte persone è stato difficile capire subito i motivi del gesto. La Schneider era sposata con Robin Williams dal 2011, era la sua terza moglie. Sui motivi del gesto, la vedova spiega: "Quando qualcuno si toglie la vita, c’è sempre qualcosa di più e questo film è quel qualcosa in più". La stessa vedova aveva subito raccontato alla stampa di come l'attore fosse cosciente di quello che gli stava accadendo: "Sapeva che non c'era nulla che avrebbe potuto fare". 

L'assenza dei figli

Colpisce l'assenza dei figli dell'attore nel documentario "Robin's Wish". Tra Susan Schneider-Williams e i tre figli Zelda, Zach e Cody tutti nati da relazioni precedenti dell'attore, c'è stata una battaglia legale durata un anno e conclusasi con un accordo economico di un valore superiore ai 50 milioni di dollari.

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