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“Stray dogs” di Tsai Ming Liang vince il Gran Premio della Giuria a Venezia 70

A “Stray Dogs” del pluripremiato Tsai Ming Liang il Gran Premio della Giuria alla 70esima Mostra del Cinema di Venezia.
A cura di Daniela Scotto
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"Ringrazio il pubblico di Venezia per avermi dedicato il suo tempo": saluta così il suo Gran Premio della Giuria Tsai Ming Liang per "Jiaoyou", "Stray Dogs", altro titolo in lizza per il premio principale. Ha colto nel segno il regista d'origini malesi, vincitore del Leone D'Oro nel 1994 con il suo secondo film, "Vive l'amour": il suo è un cinema fatto essenzialmente di tempo, di attese, distribuite in lunghi pianisequenza o inquadrature fisse, volte a scandire i passaggi delle esistenze. Stavolta le umanità che racconta sono quelle di Lee e i suoi due figli, Yi-cheng e Yi-chieh, che come i "cani randagi" del titolo vagano in una piovosa Taipei, vivendo di espedienti, alla ricerca di affetti e dignità perdute. La carriera del regista è costellata di premi prestigiosi, ma con questa sua ultima opera-mondo ha annunciato il suo ritiro, ragion per cui, evidentemente, ha esplorato fino all'ultimo la propria estetica, spesso anche difficile da digerire per un pubblico meno cinephìle, in modo tale da regalare un ultimo film testamento. In sala "Stray Dogs" aveva ottenuto molti consensi, addirittura si era gridato al Leone D'oro, che inaspettatamente è andato all'Italia dopo 15 anni con Gianfranco Rosi ed il suo "Sacro Gra". 

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