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The Grudge, l’horror con Sarah Michelle Gellar, stasera in Tv

Su Raidue il remake americano realizzato da Takashi Shimizu del suo stesso film giapponese. The Grudge, una saga infinita che ripercorriamo.
A cura di Alessio Gradogna
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Stasera alle 23.25 su Raidue in programma The Grudge, horror americano del 2004, diretto da Takashi Shimizu, autoremake del film giapponese dello stesso regista. Protagonista Sarah Michelle Gellar, attrice molto amata dal pubblico per il suo ruolo nella serie tv Buffy L'ammazzavampiri.

Quella di Shimizu, dedicata al rancore delle persone morte in circostanze spiacevoli, il cui spettro aleggia nelle case in cui hanno perso la vita, in attesa di vendetta, è una saga infinita, che vale la pena riassumere. Si comincia nel 2000 con Ju On, mediometraggio realizzato per la Tv giapponese, con attori e produzione completamente autoctoni. Pochi mesi dopo arriva Ju On 2, che persegue la medesima storia del primo film. Nel 2001 Shimizu riprende la tematica e l'allunga per realizzare la versione cinematografica di Ju On, ovvero The Grudge. Nel 2003 esce The Grudge 2, sempre destinato principalmente al pubblico nipponico. La saga poco alla volta esce però dai confini e diventa un culto tra gli appassionati di horror di tutto il mondo.

A quel punto Hollywood se ne accorge, chiama Shimizu, gli offre una vagonata di soldi, e il regista di trasferisce negli States, per realizzare, con attori americani, il suo remake (quello che passerà stasera in Tv), a cui poi nel 2006 seguirà l'autosequel. Avete il mal di testa? Vi capisco. Tra l'altro è un peccato che l'autore abbia limitato gran parte della sua carriera a rifare mille volte lo stesso film, perchè quando si è dedicato ad altro, ha realizzato lavori pregevoli: su tutti, l'ottimo Marebito.

Il film di stasera, comunque, lineare, prevedibile, e involontariamente parodistico, è utile per qualche spavento a buon mercato, e per i fans sfegatati della Gellar. Come sempre accade in questi casi, però, se volete il terrore vero, ripescate l'originale giapponese, di qualità (e genuinità) infinitamente migliore.

Alessio Gradogna

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