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Tinto Brass sulla censura al cinema: “Cambierà poco, ci saranno altri divieti alla libertà dell’arte”

L’abolizione della censura cinematografica è una notizia importantissima per il cinema italiano, sebbene possa nascondere delle insidie. È quanto dichiara Tinto Brass, le cui opere sono state quasi tutte censurate. Secondo il regista: “fin quando ci sarà una commissione che stabilisce divieti sulla visione delle opere, non ci sarà libertà per gli artisti”.
A cura di Ilaria Costabile
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È stato firmato il decreto legge dal Ministro della cultura Dario Franceschini, che prevede l'abolizione della censura cinematografica in Italia, questo significa che i film non potranno più essere bloccati all'uscita nelle sale, come è successo in passato. A questo proposito si è espresso Tinto Brass, uno dei più noti registi italiani, che raggiunto dall'Adnkronos, ha manifestato le sue perplessità in merito ad un decreto che potrebbe rivelarsi meno efficace di quanto sembra.

Il commento di Tinto Brass

Nella sua carriera tanti ne sono stati censurati di film, anche perché è notorio che Tinto Brass sia uno di quei registi che non ha mai nascosto il suo gusto nel provocare lo spettatore e i titoli da lui firmati, prevalentemente incentrati sull'eros. Come racconta lui stesso, su trenta film da lui diretti, solo uno fu approvato senza che vi fossero i tagli dei censori, ragion per cui anche quello che è sicuramente un grande passo avanti nella cinematografia italiana, rischia di essere soggetto ad altre limitazioni. Ed è questo che spiega all'AdnKronos:

Fino a quando ci sarà una commissione che decide per la classificazione delle opere e stabilisce divieti per la visione del film, anche se soltanto in base al criterio di età, nella sostanza cambierà poco, perché non verrà superato quel sistema di controlli e interventi, da parte del potere, sulla libertà degli artisti, che è sempre stata e continua a essere per me la cosa più importante. Certo, è da riconoscere come passo avanti in questa direzione il fatto che non si potrà più vietare che un film esca nelle sale, e che non si potranno imporre tagli o modifiche.

Una censura più subdola

Il maestro dell'eros, quindi, sottolinea l'importanza di questo decreto, ma non esita a mettere in guardia chi legge con troppo entusiasmo l'abolizione della censura nel nostro Paese. Quindi, aggiunge: "Non scordiamoci di come funziona il Mibact: in base a quali reali criteri – criteri artistici?- sono destinati i fondi pubblici per la realizzazione dei film di interesse culturale?". Una domanda interessante che pone l'accento su una questione fondamentale che, in qualche modo, tende a creare ulteriori divisioni in ambito cinematografico, di fatti Brass teme che ci possano essere altri mezzi che rendano la censura ancora più difficile da abbattere:

Credo non dovrebbero mai esistere commissioni di ‘esperti', siano essi critici cinematografici, pedagogisti, sociologi, e ora pure ambientalisti animalisti e altro ancora, perché già l'idea che un'opera debba passare sotto un giudizio di una commissione rappresenta ancora una censura. Paradossalmente ancora più pericolosa perché più subdola.

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