Toro scatenato avrà un sequel
Hollywood ormai, si sa, è a corto d’idee e quindi preferisce raschiare il fondo del barile piuttosto che portare sul grande schermo prodotti originali. A finire nel mirino dei remake stavolta è il capolavoro di Martin Scorsese, “Raging Bull” (“Toro scatenato”), del 1980. Il film è da sempre considerato una delle opere più importanti nate dalla collaborazione tra il grande regista Robert de Niro. La pellicola s’ispirava all’autobiografia del pugile Jake LaMotta, “Raging Bull: My Story”, adattata per il grande schermo da Paul Shrader e Mardik Martin, girata quasi tutta in bianco e nero da Scorsese. De Niro è nei panni di Jake LaMotta, pugile dal carattere brusco e paranoico, cresciuto nel Bronx, che si allena forsennatamente per raggiungere i vertici della boxe, per poi subire un crollo verticale, accompagnato da vari problemi con la famiglia e gli amici. Per il suo emozionante ed intenso ruolo, l’attore ottenne il meritatissimo premio Oscar come miglior protagonista.
Il titolo del remake sarà, semplicemente, “Raging Bull II” e si baserà sempre su un libro omonimo scritto da Jake LaMotta con Chris Anderson e Sharon McGehee, ma stavolta lo sguardo della macchina da presa focalizzerà l’attenzione sul periodo della gioventù del pugile per poi spostarsi su quanto è accaduto dopo la storia raccontata dall’immenso Scorsese. In cabina di regia c’è il semisconosciuto regista italo-argentino, Martin Guigui, mentre nei panni di LaMotta (probabilmente per narrare i fatti post-Scorsese) troveremo l’attore William Forsythe, lo spietato gangster Cockeye di “C’era una volta in America”, altra pietra miliare diretta da Sergio Leone. E’ ancora presto per dire se ne è valsa la pena, dato che le riprese inizieranno a giugno e il resto del cast è ancora da definire. Di solito quando si prova a girare un sequel/remake di questa portata ci vuole una grandissima dose di coraggio, consapevolezza e, ovviamente, tantissima esperienza, per non rischiare di rovinare l’originale e impantanarsi in un pasticcio senza capo, ne coda. Di certo non vorremmo essere nei panni di Guigui, a cui facciamo i nostri complimenti per la temerarietà.