Un anno senza Virna Lisi, la diva che ha sempre seguito il suo cuore
Il 18 dicembre 2014 si spegneva una delle dive più grandi e amate del nostro Paese. Occhi cristallini, eleganza sofisticata, sorriso magnetico, talento naturale, voce profonda e inconfondibile, Virna Lisi è una di quelle attrici che sarà immortale grazie alle pellicole che ci ha lasciato, gemme preziosissime e dai colori diversi, incastonate nella storia del cinema per sempre. Nonostante i premi vinti durante tutta la sua carriera – tra cui 4 David di Donatello, 6 Nastri d’Argento, 2 Globi d’Oro – e i film girati – 77 lungometraggi e 34 tra serie e film tv – la Lisi ha sempre dichiarato di voler rimanere coi piedi per terra, con valori radicati nella famiglia e nell’amore per i nipoti, e che la gloria e il successo non le interessava minimamente. Nel 1996, ha girato “Va' dove ti porta il cuore”, di Cristina Comencini e, in effetti, in tutta la sua vita – sia professionale che affettiva – l’attrice ha sempre seguito il suo cuore, rescindendo contratti milionari e dicendo “no” ad Hollywood pur di stare con suo marito e con suo figlio Corrado. Sono proprio queste, forse, le maggiori caratteristiche che la renderanno indelebile e irraggiungibile.
Il “no” ad Hollywood per la famiglia
Grazie al suo impressionante istrionismo, la Lisi, in più di 40 anni di carriera, ha girato pellicole eterogenee nelle quali ha potuto dimostrare tutte le sue qualità di grande artista, passando da pellicole impegnate come “Al di là del bene e del male”(1977) di Liliana Cavani, lo straordinario “La cicala”(1980) di Alberto Lattuada, “La regina Margot”(1994) per la regia di Patrice Chéreau, passando per film più leggeri come “Sapore di mare”(1983) di Carlo Vanzina, dove la Lisi è Adriana Balestra, 40enne che fa innamorare il giovane nerd Gianni (Gianni Ansaldi), ruolo che l’ha resa popolarissima presso il grande pubblico. Anche durante la parentesi Hollywoodiana, la Lisi ha dimostrato di avere un temperamento fortissimo che le ha sempre permesso di poter scegliere cosa fare. Nel 1962, gira “Eva” di Joseph Losey, poi “Come uccidere vostra moglie”(1965) di Richard Quine e “La venticinquesima ora”(1967) diretto da Henri Verneuil, ma poi decide di abbandonare quel mondo dorato per stare con suo marito, il costruttore Franco Pesci, e rifiutò, addirittura, il ruolo di protagonista in “Barbarella”, film cult di Roger Vadim, del 1968, andato a Jane Fonda. La rottura del contratto, di 7 anni, con la Paramount le costò una penale molto salata, ma il ritorno in Italia, alle cose vere, con la sua famiglia, per lei valeva più di tutto.
Il film postumo e le fiction mancate
Il tempo le ha dato ampiamente ragione. Tornata in Italia, l’attrice girerà tantissimi altri film, tra cui “Zanna Bianca”(1973) di Lucio Fulci, “Sapore di mare”(1983), “Amarsi un pò”(1984), “I ragazzi di Via Panisperna”(1989), “La Regina Margot”(1994), per il quale riceve il Premio d’interpretation féminine al Festival di Cannes, e “Va’ dove ti porta il cuore”(2002). Il pubblico la amerà anche per le fiction “Uno di noi”(1996), “Le ali della vita”(2000), con Sabrina Ferilli, e “Caterina e le sue figlie”. Il 23 settembre 2013, la parabola d’amore e sentimenti puri si spezza. Quel giorno, il suo amatissimo marito muore, ma facendo leva sempre sul suo fortissimo carattere, l’attrice nel 2014 torna sul set cinematografico, dopo 12 anni di assenza, per girare “Latin Lover”, uscito postumo nel marzo 2015. Il ruolo della vedova Rita le ha portato anche le candidature al David di Donatello e ai Globi d’Oro 2015 come Migliore attrice. Purtroppo, non è riuscita a prendere parte alle riprese delle nuove serie Mediaset “Il bello delle donne” e “Non è stato mio figlio”, con Gabriel Garko. La diva, infatti, si è spenta a 78 anni, con la stessa riservatezza e il garbo che l’hanno contraddistinta da sempre, per proseguire il film più bello della sua vita con l’unico suo grande amore, che l’aveva preceduta solo un anno prima.