Werner Herzog, sfida all’apocalisse
Werner Herzog (ultimo presidente della giuria del festival di Berlino) è l'autore più estremo del nuovo cinema tedesco, quando lo vidi a Napoli per la prima volta (nel 1998 al Teatro Nuovo) presentava una retrospettiva dei suoi film, avevo allora già visto gran parte della sua filmografia, ma in quell'occasione fece un racconto che non dimenticherò mai e che citerò soltanto alla fine.
Herzog è colui che racconta la sfida dell'uomo a se stesso nella maniera più alta, e le sue lunghe interviste rilasciate ai quotidiani italiani mi hanno sempre appassionato, i temi ricorrenti sono l'apocalisse o personaggi fuori dal mondo e il suo punto di vista è cinico e spietato nei confronti di un umanità sempre più cieca, ma tornando ai suoi racconti ho sempre avuto la sensazione di non riuscire a capire il perché di tanta esplorazione, e la domanda che mi faccio è cosa lo spinge, cos'ha nella sua testa o nel suo cuore per andare avanti così?
Herzog gira ben 5 film con un attore che è la maschera della pazzia, Klaus Kinsky (Nosferatu, Cobra Verde, Woyzeck, Aguirre furore di Dio, Fitzcarraldo) poi alterna film di relativa finzione a documentari estremi, nei film in cui c'è Kinsky il suo estremismo arriva all'esasperazione, si narra di un fucile puntato su Klaus per obbligarlo a finire le riprese di Aguirre, si narra di indios morti durante le scene più pericolose di Fitzcarraldo (miglior regia al festival di cannes), come esasperati sono i temi dei suoi documentari girati in luoghi inaccessibili alla vita, tra i pozzi di petrolio in fiamme in Kuwait (Apocalisse nel deserto) o come in una base in antartide (Encounters at the End of the World ), ma Herzog è un uomo turbato che non sembra trovare pace.
Anche la sua vita affettiva è un altalena senza freni, si sposa per tre volte, ha una figlia da una relazione extraconiugale e adesso convive negli stati uniti con la sua nuova compagna, Lena Herzog, fotografa; ma dov'è l'amore in un autore di tale potenza, mi accorgo così che Werner Herzog in tutti questi anni, in tutti i suoi film e in tutte le interviste ha omesso il motivo principale dei suoi slanci eroici, l'amore.
Tornando al racconto di Napoli per chiudere il cerchio, davanti a una platea di circa 200 persone, Herzog raccontò di come aveva chiesto a sua moglie di sposarlo, la modalità è molto simile a come Werner spinge i suoi temi e i suoi attori, soltanto che in quest'occasione l'aveva applicata su se stesso, il regista aveva camminato a piedi per due settimane per mille chilometri partendo da Monaco per arrivare da lei e chiederle la mano, anche qui c'è un viaggio verso l'ignoto, verso la possibilità di trovare una porta chiusa, ma a differenza dei viaggi raccontati nei suoi film, Werner Herzog viaggiava verso l'amore, svelando così un tema fondamentale che me lo ha reso definitivamente comprensibile.
A volte la chiave d'accesso di una persona è racchiusa in piccolo grande segreto.
Altri film che consiglio di questo autore: Grizzly Man, Il cattivo tenente – Ultima chiamata New Orleans, Cuore di vetro, Grido di pietra, L'enigma di Kaspar Hauser, La grande estasi dell'intagliatore Steiner.
Sailor