130 anni fa nasceva Tina Pica, la più grande caratterista comica italiana
L’inconfondibile voce roca e caricaturale, i modi bruschi e sinceri, gli storici ed esilaranti duetti con Eduardo De Filippo, Totò e Vittorio De Sica, l’hanno resa un’icona del cinema italiano del dopoguerra e la caratterista comica per eccellenza. Tina Pica, nome d’arte di Annunziata Pica, nasceva a Napoli, 130 anni fa, precisamente nei pressi del Borgo di Sant’Antonio Abate, il 31 marzo 1884. La sua famiglia è composta interamente da attori: la mamma, Clementina Cozzolina è attrice, e anche suo padre Giuseppe è stato un grande attore-capocomico, che portò al successo, nel corso dell’800, il famoso personaggio di Anselmo Tartaglia.
Gli esordi e l’incontro con Totò
L’attrice mosse i primi passi proprio nella compagnia teatrale di suo padre, addirittura sin da quando aveva sette anni. All’inizio recitò in testi drammatici come “La figlia del condannato”, “Le due orfanelle”. Grazie alla sua voce roca e profonda, nella compagnia le è stato chiesto più volte di recitare anche parti maschili come quella dello stesso Anselmo Tartaglia e di una versione napoletana di “Amleto”, di Shakspeare. Negli anni ’20, pur essendo giovanissima, aveva già una solida gavetta alle spalle, e così decide di creare la sua compagnia teatrale, iniziando a girare per i teatri italiani. Il primo ruolo significativo arriva nel 1937, in “Fermo con le mani”, commedia del grande Totò. Nello stesso periodo, Tina Pica scrive anche opere teatrali e si occupa anche della traduzione in napoletano di testi teatrali già esistenti, mettendoli in scena al Teatro Italia, di sua gestione.
Il teatro con De Filippo e il successo del ruolo di Caramella
Il grande Eduardo De Filippo non potè fare a meno di notare il suo enorme talento e la scritturò in alcune delle sue commedie più importanti come “Natale in casa Cupiello”, “Napoli Milionaria”, “Filumena Marturano” e “Questi fantasmi”. Si dice che il rapporto tra i due non fosse così idilliaco e che, anzi, visto che avevano entrambi caratteri molto forti e un tantino “dispotici”, litigassero spesso. Dopo aver lavorato con lui in “Palommella zompa” e “Miseria e nobiltà”, nel 1955 decide di recidere il legame con De Filippo. Nel frattempo, aveva già girato “Pane, amore e fantasia”(1953) di Luigi Comencini, nel ruolo della spassosissima governante Caramella, che le regalerà la gloria e il successo che meritava, all’età di 69 anni. L’anno dopo recita al fianco di Vittorio De Sica in “Pane, amore e gelosia”(1954), aggiudicandosi il Nastro d’Argento come migliore attrice non protagonista. Il fenomenale cerchio si chiude con “Pane, amore e…”(1955), con Sophia Loren, e ormai il personaggio di Caramella è entrato nel cuore di tutti gli italiani.
“Ieri, oggi, domani”, il suo ultimo film
Sempre con Totò gira “Totò e Carolina”(1953) di Mario Monicelli, “Destinazione Piovarolo”(1955) e, successivamente è di nuovo sulla cresta dell’onda con “Arriva la zia d’America”(1956), “La nonna Sabella” (1957), “La nipote Sabella”, “Il conte Max”, “La duchessa di Santa Lucia”, “La sceriffa” e “Non perdiamo la testa” (1959). Vittorio De Sica non può fare più a meno di lei e la vuole a tutti i costi nel ruolo della nonna in “Ieri, oggi, domani”(1963), che resterà il suo ultimo lavoro per il cinema, quando ormai aveva 79 anni.
La perdita del primo marito e l’amore con Vincenzo Scarano
Nella sua lunga carriera, Tina Pica ha lavorato con i più grandi registi e attori dell’epoca: Dino Risi, Alberto Sordi, Renato Rascel, Nino Taranto, Aldo Fabrizi, Gina Lollobrigida, Sophia Loren e tantissimi altri. Purtroppo, la vita privata non è stata sempre sfolgorante come quella professionale. Il primo marito, Luigi, muore dopo sei mesi di matrimonio e solo dopo molti anni l’attrice ritroverà la serenità, grazie a Vincenzo Scarano, un appuntato di Pubblica Sicurezza, che fu con lei per 40 anni, fino al 1967. Rimasta vedova, l’attrice si trasferisce a casa del nipote Giuseppe, al quartiere Vomero, e qui rimarrà fino alla morte, avvenuta nel 1968, ad 84 anni. In quegli anni, si è dedicata a grandi opere di bene nei confronti delle persone povere e dei carcerati, staccandosi totalmente dal cinema e dal teatro. Il mito di Tina Pica, però, resterà per sempre impresso nella cinematografia italiana e mondiale. A Roma le è stata intitolata persino una strada, mentre a Napoli, un giardino al Rione Alto, porta il suo nome.