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Bitch Slap – Le Superdotate, recensione in anteprima

Prendete tre procaci protagoniste, mandatele nel deserto alla ricerca di un bottino, farcite il tutto con un villain, armi improbabili, sequenze porno-action, macchine lanciate a velocità surreali e sarete catapultati nel mondo delle SUPERDOTATE.
A cura di Ciro Brandi
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bitch

Il B-movie d’azione, diretto da Rick Jacobson, è uscito negli Usa nel 2009 e solo adesso, esattamente il 22 luglio 2011, approda nelle sale italiane. Le tre procaci protagoniste sono Julia Voth, Erin Cummings e America Olivo.

Le tre spietate ragazze – Trixie, la spogliarellista, Camero, un corriere della droga e Hel una ricca e misteriosa intermediaria aziendale – arrivano nello sperduto deserto del Mojave per sottrarre un’immenso bottino ad uno spietato e arcigno boss della mafia, Pink. Le tre cercheranno di arrivare a lui torturando il suo scagnozzo Gage (Michael Hurst), ma l’arrivo inaspettato di un poliziotto manderà quasi all’aria il loro piano.

La pellicola vuole essere apertamente un omaggio ai b-movie e al genere exploitation tipico degli anni ’50 e ’70 – soprattutto al film di Russ Meyer “Faster Pussycat! Kill, Kill!” –  quindi a quel mondo cinematografico che punta tutto sull’impatto visivo, su scene di violenza, sesso, macchine veloci, armi improbabili, che hanno reso celebri registi come Quentin Tarantino e Robert Rodriguez. Ma sinceramente, più che un omaggio, “Bitch Slap” sembra più una tremenda parodia.

Il regista Rick Jacobson ha già diretto molti b-movies e qualche serie televisiva – “Baywatch”, “Hercules” e “Xena: Principessa Guerriera”. Infatti, nel film troviamo anche Kevin Sorbo (Hercules) e Lucy Lawless (Xena). Ma il suo nuovo progetto fallisce su tutta la linea. Le tre protagoniste sembrano delle pornodive prive di qualsiasi talento, messe lì a scazzottarsi, a sparare con mitraglioni giocattolo senza alcun senso, non aiutate dallo script e dalla trama, praticamente inesistenti, che si lanciano in battute e gag demenziali,  messe in risalto da decine di rallenty che scannerizzano per bene tutti i loro dettagli intimi. Non mancano ovviamente rapporti lesbo e scene di violenza gratuite, girate malissimo (da notare la fotografia patinata da rivista per adulti e i movimenti scoordinati della camera rispetto a quelli delle pseudo-attrici). Altro che “Grindhouse” o “Kill Bill”, qui siamo sul fronte dei film amatoriali o di serie Z.

Se il regista intendeva fare un omaggio a dei grandi registi e ad un genere cinematografico tanto amato nel passato facendo sbellicare dalle risate gli spettatori, allora è riuscito nel suo intento! Complimenti!

Voto: 3

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